A proposito di 8 marzo
“Parlare di donne tra donne” è stato il filo conduttore dell’incontro che si è tenuto ieri negli spazi della Galleria Lumaca a Nettuno, dove, a pochi giorni dall’8 marzo, una sessantina tra giovani e meno giovani si sono ritrovate insieme, protagoniste dell’iniziativa: “Donna, tu si che vali”.
Un’idea nata per unire e valorizzare sensibilità competenze dando spazio al corpo e al vissuto personale con momenti di danza e partecipazione individuale, che, negli anni ‘70, si sarebbe forse chiamata “autocoscienza”.
Ne è nato un lavoro di tessitura identitaria e sorellanza più facile a crearsi quando presenze e contesto sono favorevoli e il giudizio viene sospeso per lasciar spazio a condivisione e spontaneità. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Promo Civitas, ha dato spazio al linguaggio del corpo con la creatività coreografica delle giovanissime danzatrici della scuola di ballo Eneas. Insieme al racconto storico e autobiografico delle partecipanti che si sono avvicendate sul “palco” ciascuna con la propria testimonianza di vita. “Una vita attiva” – citando Hannah Arendt – che ha preso corpo nella potenza creativa femminile dove: << le parole non sono usate per nascondere le intenzioni ma per svelare realtà e i gesti non sono usati per violare e distruggere ma per stabilire relazioni e creare nuove realtà>>. e.i