Un concerto racconto, un lungo viaggio attraverso la musica, le mode e i modi di vivere degli italiani, dal dopoguerra ai giorni nostri. E’ quello che terrà Red Canzian a Villa Adele, il prossimo 27 luglio alle 21, con ingresso gratuito. Artista poliedrico, bassista, autore e cantante dei Pooh, che approfitta di questi 2 anni di “pausa” della band (nel 2016, il gruppo di Cavalieri della Repubblica festeggerà l’incredibile traguardo dei 50 anni di carriera!), per dar vita ad uno suo show personale, liberamente tratto dal suo ultimo successo editoriale: “Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto”. Attraverso storie molto divertenti ed altre assolutamente commoventi, supportate da oltre 90 fotografie “storiche“ che vengono proiettate sul palco, Red Canzian canterà le canzoni che hanno segnato la sua vita, a partire da “Grazie dei fior“ che vinse Sanremo nel 1951, quando lui nacque, per passare a “Love me tender“ di Elvis Presley, “Yesterday“ dei Beatles, ma anche “Il cielo in una stanza“ di Gino Paoli ed, ovviamente, i suoi famosissimi brani incisi con i Pooh. Oltre due ore di show, rigorosamente in acustico e sul palco, dove oltre a Red, suoneranno gli “Archimia“ (un quartetto d’archi, scoperti e prodotti dallo stesso Red, attraverso la sua“FondazioneQ”), supportati da due bravissimi chitarristi acustici (Rudy Michelutti ed Ivan Geronazzo). In più, in scena ci saranno anche i figli del bassista dei Pooh: Phil Mer, al pianoforte ed alle percussioni; e Chiara Canzian. Red Canzian, oltre al ruolo per il quale tutti lo conosciamo (quello di cantante e musicista), si trasformerà, spesso, in attore narratore e divertente imitatore; raccontando la storia della sua vita, che, soprattutto nei primi anni, si è svolta proprio in terra veneta. “Fondendo ricordi, emozioni, immagini ai suoni delle grandi canzoni che hanno attraversato la nostra vita – spiegano gli organizzatori – questo sarà anche uno spettacolo per famiglie, dove i genitori avranno la possibilità di ritrovare momenti della loro infanzia e, soprattutto, di condividerli con i loro figli, che non hanno vissuto il dopoguerra, la prima radio e la prima televisione in bianco e nero,la Lambretta, il primo juke box e così via”.