Nel prestigioso scenario di Villa Sarsina, sede istituzionale del Comune di Anzio, sabato 17 dicembre alle ore 17 sarà presentato il volume storico “Nerone. Un giusto processo” di Gino Polidori (Edizioni Miligraf, 2011).
Dopo il saluto del Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, gli attori Maurizio Zanchetti e Mariastella Nazzaro, coadiuvati da Monica Burgio, leggeranno alcuni brani del libro, mentre scorreranno le immagini dei protagonisti della Roma antica. A discutere dell’identità contesa di Nerone saranno poi il giornalista RAI Giovan Battista Brunori, il direttore della Federazione regionale Lazio-Umbria-Sardegna della Banche di Credito Cooperativo Paolo Giuseppe Grignaschi e lo storico Armando Finocchi. L’evento è molto atteso anche perché Anzio è la città di Nerone, che qui nacque il 15 dicembre del 37 d.C. con il nome di Lucio Domizio Enobarbo.
L’Autore: un presidente di Banca prestato alla storia
Laureato in Giurisprudenza, Gino Polidori è presidente della Banca di Formello e Trevignano di Credito cooperativo, carica che riveste quasi ininterrottamente dal 1986. All’interno del movimento del credito cooperativo ha ricoperto inoltre numerosi ruoli a livello regionale e nazionale. Lo studio del diritto romano ha portato l’Autore ad interessarsi anche dei personaggi storici e degli scenari della romanità, prima con intense letture ricavate nelle poche ore lasciate libere da incarichi così impegnativi, poi con la scrittura di libri per raccontare quell’impero che non finisce di appassionarci.
Il libro: l’identità contesa di Nerone
In pochi personaggi come Nerone realtà e mito si sono mischiati in tinte così forti: la sua storia è diventata fin da subito leggenda, mentre la sua leggenda sembra avere la veridicità della storia. Polidori ha riletto scrupolosamente le pagine dei grandi storici latini per raccontare la vita dell’Imperatore, dalla giovinezza alla conquista del potere e al tragico epilogo finale. È anche una “biografia sociale”: attraverso le vicende di Nerone conosciamo la vita della città, le strutture dello Stato, i complotti del palazzo tra giochi di potere, amori e avvelenamenti. Per separare finalmente la realtà dalla leggenda, Polidori ha immaginato un vero e proprio processo, in cui davanti ad una Corte giudicante la Difesa e l’Accusa si confrontano senza esclusione di colpi. A prendere la parola sono Svetonio, Seneca, Tacito, Marziale, Cassio Dione, Flavio Giuseppe e il prefetto Burro. I capi d’accusa nei confronti di Nerone sono quattro: l’incendio di Roma e il concorso negli assassinii della madre Agrippina, della moglie Ottavia e del fratellastro Britannico. Confrontando le fonti, dal dibattimento emergono falsità, pettegolezzi e verdetti sorprendenti, come l’assoluta non colpevolezza di Nerone riguardo all’incendio che devastò la città nel luglio del 64.
Lo stile: un modo nuovo di raccontare la storia
È un modo nuovo di raccontare la storia, a metà tra il saggio accademico e il romanzo storico, in cui emergono le emozioni dei personaggi e le loro più intime pieghe interiori. La lettura è avvincente perché lo stile di Polidori si modella attorno al racconto, talvolta con periodi curatissimi e talvolta con fulminanti frasi brevi, tre o quattro parole al massimo, accordandosi ritmicamente all’argomento trattato. Questo tipo di narrazione storica ha portato il primo libro di Polidori, “Insieme a Svetonio negli archivi imperiali”, prima nelle scuole di tutto il Lazio e poi nelle pagine della versione italiana della rivista “History”, il prestigioso periodico dell’editore anglosassone BBC che ha dedicato all’Autore un’importante recensione.