Grande successo per “Li romani in Russia” organizzato dall’Anpi

Foto1 - Anpi 17.04.2016Un successo lo spettacolo “Li romani in Russia”, tratto dal poema omonimo di Elia Marcelli, organizzato dalla sezione Anpi di Anzio-Nettuno durante il pomeriggio del 17 aprile. Molte persone hanno preso parte all’iniziativa che, vista l’affluenza, è stata replicata anche una seconda volta durante il pomeriggio.
L’introduzione dello spettacolo, che ha raccontato le vicende del plotone militare italiano durante la campagna di Russia, è stata fatta da Paola Fumi, segretaria dell’ANPI di Anzio e Nettuno. Con le parole dello storico Alessandro Portelli, la segretaria della sezione, ha voluto sottolineare l’importanza che assume la trasmissione della memoria e di come «il sottile merletto della memoria si lacera in modo irreparabile ogni volta che qualcuno tace».
Lo spettacolo ha visto un’interpretazione sinergica di tutti gli attori e i musicisti presenti in scena.
Ludovico Tersigni è stato il narratore principale della storia.
Ezio Braccioforte ha avuto il ruolo di seconda voce narrante, interpretando Radio Balilla, così da esplicitare quella che era la versione fornita dal regime fascista della guerra sul fronte russo, contrastante in maniera netta con la realtà narrata dal poema.
Le quattro vocalist – Stefania Bezzi, Simonetta Cannata, Marisa Iotti, Maria Gabriella Schinzari – hanno interpretato diverse canzoni dell’epoca.
Oreste Iacobelli ha accompagnato con la sua chitarra i diversi momenti dello spettacolo, interpretando nel finale “La ballata dell’eroe” di Fabrizio De Andrè.
Lo spettacolo si è concluso con la descrizione del bilancio della guerra, tracciato da Andrea Parente, e il messaggio finale, di speranza e pace, della lettera di Tina Anselmi letta da Claudia Golisano.
Il testo è riuscito a rappresentare la cruda realtà della guerra con una narrazione in prima persona da parte di un giovane ragazzo sopravvissuto alla ritirata. Il racconto schietto e coinvolgente è stato anche il frutto dell’unione tra la metrica dell’ottava classica, utilizzata nei grandi poemi epici, e il dialetto romanesco.
Tanti i momenti del poema narrati durante lo spettacolo, fino a giungere alla drammatica conclusione, con il protagonista che rimanendo solo, assume una piana consapevolezza di come la guerra abbia tolto, a tanti altri giovani come lui, la possibilità di continuare a sognare una vita in pace.