Quest’anno il Cineclub “La Dolce Vita” non è fortunato con la piccola distribuzione indipendente. LUNEDÌ 13 novembre era in programma “Orecchie”, del Regista Alessandro Aronadio, ma purtroppo il Film non è più disponibile. Così lo abbiamo sostituito con un Film in Prima Visione, molto lodato dalla critica cinematografica, UNA SETTIMANA E UN GIORNO, opera prima del Regista israeliano Asaph Polonsky. Un film delicato che affronta con il sorriso una vicenda di per sé tragica. Una commedia indiscutibilmente impregnata di umorismo ebraico stralunato e surreale, che sa amalgamare dolore e ironia, commuovendo, appassionando, divertendo e spiazzando lo spettatore. Probabilmente nessun’altra cultura come quella ebraica ha saputo ironizzare in maniera così profonda e radicale su se stessa, fin quasi all’autolesionismo. Ma del mordace umorismo yiddish, che nasceva proprio dal dolore dell’assenza di una patria e che arrivava a mettere in discussione perfino i dettami religiosi, purtroppo è rimasto poco, confluito in minima parte nella nuova lingua e cultura israeliana e più che altro sopravvissuto nel temperamento di alcuni celebri esuli di altre nazionalità, che mai si sono trapiantati nella Terra Promessa: Woody Allen ovviamente, i fratelli Coen, o, in letteratura, Philip Roth. Non si può che accogliere quindi positivamente la scoperta di un Regista americano di nascita, ma cresciuto in Israele, come Asaph Polonsky, 34 anni, che con il suo esordio, UNA SETTIMANA E UN GIORNO, riflette proprio intorno a questi temi, partendo dalla tradizione della Shiv’ah (l’elaborazione di un lutto familiare da osservare in casa per il periodo di una settimana) e mettendola in ridicolo, ma finendovi allo stesso tempo, dolorosamente, per aderirvi. Asaph Polonsky è riuscito a dar vita ad una sceneggiatura originale ed ispirata, che scatena un umorismo esplosivo, toccante e sorprendente. Una commedia davvero ben scritta, girata puntando l’attenzione sull’interpretazione divertente degli attori protagonisti. UNA SETTIMANA E UN GIORNO nasce dal desiderio di raccontare cosa accade il giorno dopo in cui termina la Shiv’ah, la settimana di lutto ebraica. Eyal (Shai Avivi), un commerciante, e Vicky (Jenya Dodina), un’insegnante, hanno appena perso il figlio Ronnie, musicista, malato di cancro. Al termine della Shiv’ah, si ritrovano soli in una casa troppo grande e silenziosa, a dover affrontare il loro dolore. Ognuno dei due, nel giorno successivo, deve fare i conti con il ritorno a una normalità impossibile, fatta di accumulo di silenzi, spazi vuoti, ore. Eyal passa una giornata imprevista con Zooler (Tomer Kapon), simpatico e strambo figlio dei vicini di casa con cui ha tagliato i ponti da anni, tra sessioni di chitarra invisibile, interventi immaginari per rimuovere tumori e corse al cimitero… UNA SETTIMANA E UN GIORNO è una “Stanza del figlio” (il film di Nanni Moretti sullo stesso tema) in versione umoristica ebraica. Polonsky è bravo a tenere in equilibrio i toni del suo film, alternando a momenti da commedia quasi pura e demenziale, scene in cui il dolore di Eyal e Vicky -‐ che è ancora ruvido e tagliente, eppure ovattato -‐ si esprime attraverso gesti di insolita tenerezza -‐ come quando lui si rotola sul prato con due gattini, senza toccarli, o lei se li carica in macchina -‐ prima di tornare silenziosi e arrabbiati con la vita come prima. Di quella vita che avevano messo in “pausa” per una settimana e che ora non sanno più bene come rimettere in “play”. Mentre il film procede -‐ e mentre Eyal trova in Zooler la prosecuzione, l’ombra e il riflesso della memoria di Ronnie – apprezziamo l’assurdo di una comedy che parla del lutto più terribile che possa accadere e di una vita ingiusta anche lei, ma che va affrontata, e che può regalare quell’abbraccio finale con un figlio che non è tuo ma è vivo, e apprezzare quelle parole taciute, capaci però di dare la forza per iniziare un nuovo giorno. La conclusione è unica e semplice: non esiste nessuna ricetta per affrontare il dolore; il mondo, nonostante le perdite personali, continua comunque ad andare avanti. UNA SETTIMANA E UN GIORNO è stato presentato alla Settimana della Critica dello scorso Festival di Cannes dove ha vinto il “Prix Fondation Gan à la diffusion”. Ha inoltre vinto diversi Israeli Academy Awards.
UNA SETTIMANA E UN GIORNO sarà proiettato Lunedì 13 novembre presso il Cinema Moderno multisala di Anzio, agli orari: 16,15 18,15 – 20,15.
a cura del cineclub La Dolce Vita