I racconti di Ciro Spina: Anzio insorge contro i nazisti

Da i “Racconti di Porto d’Anzio”: Anzio insorge contro i nazisti

ciro-spinaNel corso dell’armistizio con gli alleati proclamato da Badoglio l’8 settembre del 1943, Anzio continuava a essere occupata dai nazistifascisti.

Il 9 dello stesso mese, uno zatterone tedesco armato di mitragliatrici, ormeggiò presso la banchina della piccola pesca e sul molo si radunò una folla curiosa di capire cosa stesse accadendo. D’improvviso e senza un motivo apparente, dall’imbarcazione partirono alcune raffiche di mitragliatrice dirette verso i civili. Fortunatamente non ci furono vittime perché gli spari colpirono solamente alcune vetrine dei negozi con vista sul porto. L’indomani i tedeschi saccheggiarono i negozi dei Grisetti, che fornivano tutta Anzio di generi alimentari.

I continui soprusi subiti dalla popolazione, sommati all’uccisione di Anna Mingiacchi, fece unire tutta Anzio in un solo grido: “Armiamoci!”. Rimediati alcuni mitra lasciati incustoditi dai soldati italiani nelle caserme dismesse e un cannone anticarro abbandonato, gli uomini della Resistenza anziate organizzarono la prima rappresaglia. Non appena da via Aldobrandini spuntò un semicingolato dei crucchi, il cannone posizionato all’inizio di corso del Popolo fece fuoco. Il mezzo fu centrato in pieno e la risposta nemica fu immediata. La sparatoria, che si scatenò tra portodanzesi e tedeschi, lasciò senza vita alcuni uomini della Resistenza, tra cui i coraggiosi Claudio Paolini, Raffaele Palomba, Felice Poddu, Sergio Ghiardini, Lucillo Galbio e Davide Alessandrelli.

Anzio antica: il porto distrutto
Anzio antica: il porto distrutto

Da quel momento in poi la popolazione anziate fu costretta a ritirarsi nell’entroterra. Il 23 settembre la Pubblica Sicurezza di Nettunia, in ottemperanza agli ordini dei tedeschi, così decretava: “Il Comando Militare Tedesco ha disposto che tutta la zona costiera di Nettunia, Nettunia porto e contrade limitrofe, sia sgombrata dall’intera popolazione civile entro la sera del 24 corrente per una profondità di cinque chilometri dal litorale”.

La violenza dei tedeschi in città non si fermò, tanto che il 23 ottobre fu fucilato Ulisse Terenzi, sospettato di aver tagliato i fili del collegamento telefonico. Nei giorni seguenti fu minato il porto, distrutto il cantiere navale di Lazzarini e le strutture degli stabilimenti balneari Dea Fortuna e Tirrena.

Questo racconto, pubblicato con l’autorizzazione dell’autore,  è tratto dal libro “RACCONTI DI PORTODANZIO ” di Ciro Spina, edito dall’Associazione Culturale 00042.