Il capo di gabinetto del comune di Anzio, Bruno Parente, replica al candidato sindaco Giovanni Del Giaccio che ieri, in una nota stampa, aveva attaccato il Comune in merito alla comunicazione in fase elettorale, minacciando una diffida.
“Quando ci si candida a Sindaco, in questa Città, bisognerebbe conoscere almeno le norme che regolano la comunicazione istituzionale nella competizione elettorale; a maggior ragione se si é giornalisti. Invece – scrive Bruno Parente – si annunciano diffide temerarie al Prefetto, si scrive di illegalità nelle cose quotidiane, si denigrano comunicati stampa riguardanti interventi oggettivi nelle scuole, si rivolgono le solite critiche alla struttura comunale che, in passato, hanno riguardato anche gli ottimi colleghi Marina Inches, Patrizio Belli e Sergio Ierace. Invito Del Giaccio, anche per una questione di opportunità, a confrontarsi con i suoi competitor alla carica di Sindaco. Abbiamo appreso dalla stampa locale che, per candidarsi a Sindaco di Anzio, Del Giaccio avrebbe anche rifiutato l’offerta di un incarico come Capo di Gabinetto dell’Ente. Sarebbe interessante e trasparente, in questa Città, conoscere il nome del proponente di tale incarico. Comunque, se la memoria non mi inganna, la scorsa estate, il candidato Sindaco del Pd partecipò alla selezione per ricoprire l’incarico come Capo di Gabinetto dell’attuale Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini. Ma, forse, eravamo in un’altra Città”.
Da parte sua Del Giaccio, che nel frattempo si era reso conto di un errore nel comunicato, chiede scusa. “In un’altra città se ci rendiamo conto di un errore rettifichiamo, chiediamo scusa e ci impegniamo a essere più attenti. Ieri è stata diffusa una nota che richiama alle disposizioni della legge 28 del 2000 sulla comunicazione istituzionale. In particolare sul quanto previsto dall’articolo 9 che recita:”Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Le elezioni sono state indette dal Ministero dell’Interno, ma la convocazione dei comizi elettorali avviene formalmente 45 giorni prima del voto, quindi sarà il 26 aprile. Il divieto previsto dalla legge scatta a partire da allora. Ce ne scusiamo con gli interessati, ma vigileremo affinché sia rispettato da quella data”.