Riceviamo e pubblichiamo.
La prima vera discussione in consiglio comunale ha evidenziato un certo nervosismo nelle fila del sindaco e della sua maggioranza, preoccupati più di contenere gli argini di confronto e discussione dell’opposizione piuttosto che affrontare con vigore le questioni all’ordine del giorno. Del resto è comprensibile avendo come assessore una persona oggi rinviata a giudizio, anche se il duo Bruschini-De Angelis ci ha abituato negli ultimi anni ad atteggiamenti di sfida nei confronti di altre istituzioni come prefetto, magistratura, regione, quando le scelte di queste istituzioni contrastavano con i loro propositi.
Noi siamo garantisti, lo siamo sempre, e proprio per questo motivo sarebbe opportuno che l’assessore in questione lasciasse l’incarico per potersi meglio difendere senza nessuna posizione di arroccamento preventivo ma da libero cittadino, per liberare l’amministrazione da ogni imbarazzo e per non intaccare ulteriormente la fiducia dei cittadini nell’istituzione comunale.
Ci auguriamo pertanto che l’assessore in questione venga scagionata, ma nelle condizioni date non può restare al suo posto. Le dimissioni non sono un obbligo di legge in questi casi, ma scelta politica che dimostrerebbero una reale discontinuità con il passato, l’intenzione di voler aprire una fase nuova nel governo della città.
Da questo punto di vista, poi, ci lascia perplessi l’atteggiamento del sindaco più propenso al comando che al confronto: ha usato in consiglio un linguaggio criptico tra l’avvertimento e la minaccia: “avrei molte cose da dire” e “non fatemi parlare…”.Un sindaco ha l’obbligo di chiarire e se sa delle cose le spieghi, oppure risparmi alla città messaggi ambigui che sembrano adombrare di omertà l’interesse comune.
La maggioranza non cerchi, poi, di far passare gli oppositori per quelli che vorrebbero scaricare sugli uffici comunali le responsabilità, come è stato fatto nel caso della Vignarola, queste sono solo di chi ha avallato e approvato scelte che produrranno un danno irreversibile ad una parte del nostro territoriodi enorme valore ambientale.Il sindaco alle sue parole deve far corrispondere i fatti e deve revocare la delibera del 2015:alla presentazione della sua candidatura disse di non aver alcuna intenzione di portare avanti il progetto e lo ha ripetuto nello scorso consiglio comunale. Oggi non mantiene la promessa, si oppone alla mozione e l’iter procede. Su questa vicenda si è costruito nel tempo un movimento che è riuscito a far passare nella città la convinzione che quella scelta era sbagliata. Le vittorie trovano poi molti padri, ma noi siamo felici del risultato ottenuto e se alla Vignarola non si è ancora costruito nulla è merito del movimento “Comitato per la Vignarola” e di tutti coloro che si sono anche autotassati pur di percorrere tutte le possibili strade per impedire un ulteriore scempio. Noi non abbiamo attribuito colpe all’U.T.C. perché la responsabilità è tutta e solo politica.
Alternativa per Anzio