di Claudio Pelagallo
“L’aggressione della criminalità organizzata al sistema economico, finanziario e produttivo è una delle caratteristiche delle mafie che vogliono distorcere le regole del mercato e della concorrenza, utilizzando la potenzialità altamente corruttiva del capitale illecito”. Lo afferma Filiberto Zaratti, Presidente della Commissione regionale Sicurezza e lotta alla Criminalità, commentando la presentazione della proposta di legge regionale ‘Disciplina in materia di contrasto al lavoro non regolare’. “C’è moltissimo da fare nel campo della prevenzione, stante l’esiguità delle forze in campo per la repressione delle infiltrazioni criminali nel mondo del lavoro – aggiunge Zaratti – E’ infatti l’intero settore del mercato del lavoro (c.d. fenomeno del caporalato) a correre questo rischio. La selezione al lavoro avviene in gran parte attraverso canali informali, e uno dei principali è proprio quello gestito dalla criminalità organizzata, laddove la modalità pubblica del mercato del lavoro dovrebbe essere esclusiva, perché solo il pubblico può garantire la sterilizzazione dei fenomeni di sfruttamento”. “La relazione della Procura Nazionale Antimafia 2011 – aggiunge Zaratti – è estremamente chiara: Il legame delle mafie con l’agricoltura ha radici antiche, di natura storico culturale, legato alla nascita stessa del fenomeno mafioso, per larga parte originatosi proprio nelle campagne. Per questo motivo da sempre tra le altre cause di ritardato sviluppo, l’agricoltura meridionale sconta anche quello delle infiltrazioni di stampo mafioso. Il fenomeno interessa oggi l’intero territorio nazionale, vista la capacità di Cosa nostra, Camorra, ’Ndrangheta che operano in forma di impresa, di espandersi verso il Nord Italia seguendo le direttrici del trasporto e del commercio dei prodotti agricoli. La regola per le organizzazioni mafiose è sempre la stessa: laddove si possono lucrare profitti le organizzazioni criminali tendono ad essere presenti e ad infiltrarsi”. “C’è necessità di azioni radicali contro il lavoro irregolare e il caporalato – prosegue Zaratti – per questo abbiamo deciso di presentare questa proposta di legge, cui hanno aderito all’unanimità tutti i componenti della commissione che presiedo”. “Strutturata in sei articoli – conclude Zaratti – ed elaborata anche grazie alla spinta propositiva delle organizzazioni sindacali, la nostra proposta prevede l’osservanza della legge per ottenere finanziamenti regionali; l’obbligo della comunicazione ai centri per l’impiego dei lavoratori assunti da parte degli imprenditori prima dell’inizio del rapporto di lavoro; l’individuazione di parametri che definiscono il rapporto tra quantità e qualità dei beni e dei servizi offerti dai datori di lavoro; il potenziamento dell’attività ispettiva nel Lazio; l’erogazione di incentivi agli imprenditori che regolarizzano i rapporti di lavoro; la costituzione di un osservatorio, con le tutte le sigle sindacali, sul lavoro nero e sommerso per monitorare la situazione e stendere protocolli di collaborazione con tutti gli enti istituzionali; la possibilità di concedere contributi per assicurare la residenzialità e il trasporto dei lavoratori immigrati e non. Stiamo parlando di una proposta concreta, che una volta approvata, metterà la regione Lazio alla avanguardia nel contrasto al lavoro nero e nella tutela dei diritti dei lavoratori”.