Le schermaglie politiche sull’approvazione, entro il 30 giugno scorso, del bilancio di previsione del Comune di Nettuno rischiavano di far fallire la lenta risalita dell’ente verso quella normalità che i cittadini attendono da tanti anni. Il bilancio di previsione è il documento contabile fondamentale che contiene le previsioni di Entrata e di Spesa relative all’anno di riferimento, è quindi lo strumento di programmazione delle attività dell’Ente. Dopo 2 rinvii consecutivi, a causa di diversi problemi organizzativi, viene archiviata con successo questa tappa fondamentale, non senza qualche preoccupazione. Il dilettantismo e il pressappochismo con cui vengono affrontati atti fondamentali per la vita dell’ente, la mancanza di allegati propedeutici alle delibere in discussione, la mancata notifica delle convocazioni del consiglio comunale in tempo utile, certificano che, anche se i dirigenti cambiano con l’avvento di nuove giunte, poco é cambiato sul versante dell’efficienza e della trasparenza degli atti pubblici. La mancata responsabilizzazione di dirigenti e manager, alcuni dei quali con stipendi d’oro, porta acqua al mulino dell’opposizione, ma l’opposizione, quella delle ripicche e dei cavilli regolamentari, appare agli occhi dei cittadini molto lontana dall’interpretare i bisogni reali della città.
Per questo motivo il Sindaco della città Alessio Chiavetta ha inviato una lettera al Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, sottoscritta da tutti i consiglieri di maggioranza e dal presidente del consiglio comunale Nicola Burrini:
Ill.mo sig. Prefetto,
mi preme comunicarLe quanto sta avvenendo nel nostro Comune. Le saranno arrivate alcune missive da parte di consiglieri della minoranza i quali, per meri fini speculatori e strumentali, stanno abusando della correttezza istituzionale che ci caratterizza. Negli ultimi giorni essi si sono appellati a tutta una serie di norme regolamentari per rinviare la discussione sul bilancio di previsione; la nostra correttezza ha portato al rinvio nel rispetto dei rapporti con la minoranza.
Ci dispiace invece constatare che alcuni consiglieri, soprattutto quelli usciti dalla maggioranza per fini personalistici, stanno abusando degli strumenti democratici di garanzia, svilendo quello che è il significato vero degli stessi. L’analisi che ci preme fare, a questo punto, parte da considerazioni di tipo politico-amministrativo; vogliamo sottoporre tale analisi alla Sua particolare attenzione perché nei momenti fondamentali Lei è stato un punto di riferimento imprescindibile: basti pensare agli equilibri di bilancio 2009, quando ci segnalò la competenza del dott. Scognamiglio per uscire dall’incubo del dissesto, dove voleva gettarci un presidente del Collegio dei Revisori, manovrato politicamente. Oggi, il dott. Scognamiglio è il nostro presidente del Collegio dei Revisori, votato all’unanimità dal consiglio; quindi sembra utile analizzare una serie di passaggi fondamentali della storia economico-finanziaria dell’Ente per comprendere quali poteri forti siano stati scardinati e quali reazioni abbiamo messo in campo.
La prima vera manovra affrontata dalla nostra Amministrazione sono stati gli equilibri 2008: prevedevamo la copertura di un disavanzo di 23 milioni di euro circa, e in quel momento si gettavano le basi per chiudere la scandalosa vicenda della Nettuno Servizi, società mista che gestiva i contributi comunali; eravamo però ancora stretti nella morsa finanziaria di questo scandalo. In quell’occasione il consiglio comunale si assunse la responsabilità di non far precipitare la città nel baratro del dissesto, ponendo come contropartita la vendita di alcuni immobili dell’Ente tra cui lo storico edificio della Divina Provvidenza, uno dei simboli della città. La difficoltà di cassa non finì lì, ovviamente: infatti abbiamo rischiato di non pagare gli stipendi del dicembre 2008, però anche in quel momento abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti.
Il 2009 ha rappresentato l’anno della svolta per il Comune di Nettuno: nei primi mesi si consuma la definitiva rottura con la Nettuno Servizi e la riapertura dell’Ufficio Tributi comunale; anche in quei momenti di grandi assunzioni di responsabilità non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo di sanare una città, ma non sulla pelle dei cittadini: anzi, oltre ad avere mantenuto le stesse imposte precedenti, abbiamo anche ripristinato le esenzioni e le agevolazioni per le fasce deboli. Quando qualcuno si è reso conto che non si scherzava sulla vicenda tributi e che c’era la forza per iniziare la battaglia, allora lì avvenne il primo episodio inquietante, ovvero un presidente del Collegio dei Revisori eterodiretto che firma una relazione per mandare in dissesto il Comune, una relazione di due pagine scarne piene di premesse, che con cinque righe pretendeva di gettare alle ortiche il sacrificio fatto fino a quel punto.
La grande esperienza e il senso delle istituzioni che caratterizza Lei e il dott. Verde ci hanno indirizzato verso l’unico esperto in grado di salvare un Comune che non meritava l’onta del dissesto. In tale circostanza una parte della minoranza, mossa da un vero senso civico e non da interessi di bottega, si astenne e si rese protagonista insieme alla maggioranza di uno dei momenti più alti, istituzionalmente parlando. Il resto della storia sui tributi è una sequenza di vittorie in tutte le sedi giudiziarie, e ora anche in sede di arbitrato, vista la C.T.U. che ci riconosce crediti per oltre dodici milioni di euro.
Altra operazione di finanza che ha stravolto lo status quo delle casse comunali è stata quella dei parcheggi a pagamento: nonostante la resistenza dell’ex comandante della Polizia Locale e gli attacchi strumentali di una parte della minoranza, siamo riusciti a riprenderci il servizio e, a sorpresa, oltre ad aver recuperato oltre il 50% degli incassi dichiarati che da appalto venivano lasciati alla ditta affidataria, incassiamo un altro 40% in più. Qui sorge un altro dubbio, su quali interessi circolassero e perché dia fastidio un’amministrazione che elimina questi scandali; a tal proposito, tutte e due le note vicende sono oggetto di interesse della Procura di Velletri, che accerterà le reali responsabilità.
Il recupero della leva finanziaria ci ha permesso di chiudere le transazioni necessarie per sterilizzare l’enorme massa debitoria dell’Ente; basti pensare a due voci, quelle più rilevanti come importi, che si sono concluse positivamente: i 5 milioni circa delle passività per il servizio mensa degli anni precedenti (finita di pagare già nell’ottobre scorso), garantendo sempre e comunque i pagamenti correnti per il servizio, e il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che aveva accumulato una passività per oltre 10 milioni di euro, coperta con la transazione effettuata tramite la Regione Lazio. Quindi il risanamento delle casse ha permesso di ripianare il debito e di salvare addirittura la Divina Provvidenza, evitando così la svendita dei nostri simboli cittadini.
Dopo questa breve analisi della storia che ci ha visti protagonisti in positivo per la ripresa della nostra città, breve perché le questioni talvolta annose sono state tali e complesse che sarebbe stato difficile esaurirle in queste poche righe, vorremmo solo porre l’accento su quello che sarà il futuro bilancio della città. Il bilancio 2011 propone una svolta epocale dopo anni di difficoltà finanziaria: oggi si può ragionare sullo sviluppo cittadino, un bilancio che prevede un risultato positivo con un avanzo che garantisce la copertura degli ultimi equilibri e la bontà delle nostre transazioni. Tutto questo senza perdere di vista gli investimenti in opere pubbliche con importanti project financing e risposte alle esigenze di tutti i quartieri, nessuno escluso. Non possiamo dimenticarci il sociale: a fronte di consistenti tagli nei trasferimenti da Enti superiori, noi manteniamo i livelli di spesa per l’assistenza sociale.
In conclusione serve quindi sottolineare un aspetto di tutte queste tristi vicende, ovvero che di fronte all’interesse della città non si può anteporre il piccolo interesse di bottega, soprattutto se questo vuole dire l’incubo di un nuovo limbo amministrativo per Nettuno; la vittoria di Pirro che ne conseguirebbe sarebbe un insulto al senso civico, che una corretta democrazia dovrebbe esprimere in tutte le sue contrapposizioni. Questa lettera ha un valore di spiegazione per quello che sta succedendo nella nostra assise consiliare, anche con uno scopo preventivo per eventuali comunicazioni strumentali di alcuni consiglieri di minoranza; con la Sua grande esperienza e il Suo enorme senso delle istituzioni democratiche saprà valutare tali atti di ostruzionismo nei confronti della città di Nettuno che spera solo di ripartire e lasciarsi alle spalle certe vicende amministrative.
Restando a Sua disposizione per eventuali altri chiarimenti, Le porgiamo i nostri più distinti saluti.
Il Sindaco
Dott. Alessio Chiavetta