Il 25 Aprile saremo in Piazza Roma per festeggiare l’anniversario della liberazione d’Italia dal regime nazifascista. Un appuntamento elevato a festa nazionale fin agli albori della Repubblica perché il popolo italiano facesse memoria del lungo e vittorioso processo di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane unitesi nel Comitato di Liberazione Nazionale.
Onorare la memoria di quanti hanno lottato per liberare il Paese dall’oppressore non è solo un dovere delle istituzioni e delle forze politiche, ma una responsabilità a cui tutta la comunità civica è chiamata per trasmettere alle nuove generazioni i valori dei quali è stata “impastata” la Repubblica.
Una festa è un momento non solo formale, ma anche gioioso e partecipato. Per tale ragione avevamo auspicato che oltre il programma istituzionale vi fosse lo spazio per altre iniziative promosse da associazioni e movimenti capaci di restituire a questa festa il carattere popolare che gli è proprio.
Per tale ragione ci siamo fatti carico di rappresentare all’Assessorato alla cultura le istanze provenienti da diverse componenti civiche desiderose di animare questo appuntamento e di “costruire”, attraverso l’Amministrazione comunale, uno spazio condiviso e aperto alle differenti sensibilità per fare del 25 aprile una bella festa e una festa di tutti.
Con rammarico prendiamo atto che ciò non è avvenuto, almeno nei tempi che avevamo vivamente sollecitato. La nostra proposta, per la quale continueremo a lavorare, è semplice e lineare: riteniamo necessario costituire un Comitato aperto ad associazioni e forze civiche con lo scopo di affiancare l’Amministrazione per la celebrazione delle “feste laiche”. Avremmo voluto fosse costituito proprio in occasione del 25 aprile. Le istituzioni hanno l’importante compito di favorire la partecipazione delle forze sociali e costruire degli spazi di incontro senza cedere alla tentazione di sostituirsi ad esse. Siamo convinti che questa formula, certamente più faticosa e non certo priva di ostacoli, sia la più idonea ad ottenere il più ampio coinvolgimento possibile, e quella con maggiore probabilità di attivare processi partecipativi, gli stessi posti a fondamento della Repubblica e della Costituzione.
L’impegno della nostra forza politica va in questa direzione: il servizio di chi temporaneamente opera nelle istituzioni deve essere teso a generare spazi pubblici che superino la durata di un mandato politico perché riconosciuti come patrimonio realmente condiviso. Obiettivi illustrati e condivisi anche con l’ANPI locale nei due incontri che si sono tenuti in vista del 25 aprile, proprio per avviare questo percorso; percorso che sapevamo sarebbe stato complesso e faticoso e per il quale è necessario, specie da parte di coloro che hanno più a cuore la meta, una capacità di tenere insieme maggiore della tentazione di cedere alle divisioni o al “fare da soli”.