“Con riferimento all’ordinanza sindacale n° 37 del 18 Settembre 2019, pur apprezzandone il tentativo a tutela dell’ambiente, esprimiamo alcune perplessità non determinate da pregiudizio ma dalla vigente normativa in tema di privacy così come disposta dal Garante.
Leggendo l’ordinanza infatti emergono alcune criticità, tra cui la possibile violazione del diritto alla privacy del cittadino-utente.
Facciamo riferimento alla pratica di imporre, per la raccolta domiciliare dei rifiuti, l’utilizzo di buste trasparenti o semitrasparenti lasciate dagli utenti in prossimità delle loro abitazioni in base al calendario previsto dal Comune. Ciò consente all’operatore ecologico di verificare se il contenuto dei sacchetti è conforme alla frazione da ritirare.
Tuttavia nel 2005 il Garante della Privacy ha affermato che «deve considerarsi in termini generali non proporzionata» la prescrizione che impone l’utilizzo di sacchetti trasparenti nella raccolta porta a porta dei rifiuti, posizione che il Garante ha confermato nella relazione annuale del 2014 presentata a Roma il 23 giugno 2015. L’utilizzo di sacchetti trasparenti per verificare l’osservanza degli obblighi di raccolta differenziata sarebbe concesso solo sulla spazzatura di tipo condominiale. Nei confronti, invece, dei singoli cittadini va garantita la privacy e ciò impone la libertà di continuare a utilizzare i sacchetti neri o colorati. Il Garante della Privacy ha tuttavia fatto riferimento solo ai sacchetti trasparenti e non a quelli semi-trasparenti oggi maggiormente in uso, che dovrebbero teoricamente consentire una maggiore riservatezza, ma di fatto solo in apparenza.
È inoltre specificato che l’attività di controllo e verifica del corretto conferimento in alcun caso può essere demandata agli operatori della ditta che svolge il servizio di raccolta.
Auspichiamo pertanto che, nel merito, l’amministrazione comunale chiarisca quanto indicato nell’ordinanza emessa”.
Lo comunica il Direttivo Città Futura Anzio.