Ho pensato che non potevo reagire a caldo, avevo bisogno di qualche giorno per essere più lucida possibile. La conclusione è che non riesco e non posso minimizzare non ci sono scusanti o giustificazioni.
A cosa serve parlare di pari opportunità, di azioni positive o di parità di trattamento nel lavoro e nella politica se poi ci sono ancora uomini che considerano le donne esseri inferiori; soggetti (quando non oggetti), a cui il rispetto deve essere concesso, quasi che non sia connaturato all’appartenere al genere umano il diritto ad essere in primo luogo rispettate.
Secoli di lotte e migliaia di parole spese ovunque sulla necessità di dover prescindere dall’appartenenza ad un genere per riconoscere meriti e capacità sono crollati sotto una serie di villani offese inneggianti alla “maschia” attività dello sporcarsi le mani.
A contorno di una pietanza amara quanto e più del fiele è stato usato il riferimento all’abbigliamento, alle calze, capo di vestiario che da sempre è legato all’immaginario della femminilità e del mondo femmile.
Si è confuso per l’ennesima volta, in un misto di rabbia e violenza verbale essa si davvero spregevole, l’essere donna con l’impegno sociale e politico.
Sembrava di leggere quei vecchi detti che facevano riferimento alle unghie laccate e alla poca voglia di lavorare che tanto andavano negli anni 70 o ancora peggio a tutte quelle pruderie di epoca vittoriana che vietavano alle donne (virtuose), di scoprire le caviglie in pubblico.
Sig. Mazza dalla Regina Vittoria ad oggi sono cambiate molte cose, le gonne si sono accorciate, i merletti hanno ceduto il posto ai cocci, e le donne si sporcano le mani spesso anche più di molti uomini che dopo aver usato le dita di quelle mani “sporche” per esprimere un concetto da uomo di altri tempi, non hanno saputo usarle per digitare nove numeri su un cellulare per fare una chiamata di scuse ad una donna.
Le scuse, come i peccati, si riferiscono in privato e non si usano per chiamare a raccolta il consenso di quelli che, purtroppo, hanno rincarato la dose dandole quasi ragione.
Sig. Mazza essermi tolta qualche sasso dalle scarpe le ha permesso di dirmi di levarmi i cocci dalle calze: beh sappia che i cocci non li tolgo e non li toglierò mai perché alla mia femminilità non rinuncio certamente per lei e per le sue visioni retrograde e limitate su una donna che fa politica e la invito per il futuro a guardare meglio i documenti e le richieste che le sottopongono per le sue competenze invece di guardare le mie gambe quali di calze siano coperte.
Mi domando se questa è la visione politica che la Lega ha del nostro Paese, mi domando se il pensiero scritto da un loro rappresentante istituzionale, che si firma Presidente commissione servizi sociali, sia anche quello dei leader del partito che vuole governare l’Italia.
Cari Colleghi Consiglieri, non ho ancora imparato a farmi scivolare tutto addosso, ma meglio ruvida che viscida (cit.).
Valuterò ovviamente quali azioni intraprendere politicamente ed a tutela della mia persona, della mia professionalità e della mia immagine.
Certamente se il fine era quello di destabilizzare la mia persona o farmi desistere dalle battaglie politiche, ferendomi nell’intimo della mia sfera personale…beh, dopo un primo momento di smarrimento e incredulità, posso dire che sono una donna più forte di prima, rispettabile come tutte le donne con i cocci sulle calze.
Buona domenica.
Avv. Simona Sanetti
Consigliere Comunale Nettuno Progetto Comune