Lo scorso 12 novembre è stata protocollata da “Reti di Giustizia – il sociale contro le mafie”, presso i comuni di Anzio e di Nettuno, una proposta di Regolamento per la destinazione e l’utilizzo dei beni sequestrati o confiscati presenti nel territorio, chiedendone anche l’approvazione. “Riteniamo che sia importante per entrambi i comuni del litorale dotarsi di tale strumento di contrasto alla subcultura mafiosa, vista la presenza in quest’area di beni confiscati e sequestrati dall’autorità giudiziaria a consorterie criminali di vario genere. Inoltre, così facendo, si può dare un messaggio di speranza e legalità importante ad un territorio fortemente aggredito da interessi criminali e mafiosi. Per questi motivi la seguente richiesta è stata avanzata dall’associazione “Reti di Giustizia – il sociale contro le mafie” e indirizzata ai Sindaci di Anzio Candido De Angelis e di Nettuno Alessandro Coppola e ai Presidenti dei rispettivi Consigli Comunali Giuseppina Piccolo e Giuseppe Barraco”.
Di seguito il testo della richiesta:
“L’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come previsto dalla legge n. 109 del 2006, costituisce un’importante occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio e un’opportunità per creare lavoro.
La legge n. 159 del 2001 (c.d. Codice delle leggi antimafia) di per sé si limita a disporre i criteri direttivi e i principi fondamentali ai quali deve informarsi l’ente territoriale nella fase di utilizzazione dei beni sequestrati e assegnati in via provvisoria ovvero confiscati, lasciando ampio spazio alla potestà regolamentare del singolo ente.
Da qui nasce la necessità di un Regolamento comunale per la destinazione e l’utilizzo di beni sequestrati o confiscati, il quale si ponga l’obiettivo di stabilire norme certe finalizzate all’implementazione del Codice delle leggi antimafia e nel cui quadro (dai limiti stringenti) l’ente territoriale debba muoversi solo nel rispetto dei principi di uguaglianza, imparzialità, trasparenza, buon andamento e correttezza.”