Nuovo passo avanti per uscire da Acqualatina e applicare la volontà espressa dai cittadini con il referendum dello scorso anno. Erogazione dei servizi pubblici, tra cui quello idrico: l’amministrazione conferma che entro l’anno “l’acqua bene comune” sarà inserita nello statuto comunale.
All’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’art. 4 del D.L. 13 agosto 2011 n. 138 (“Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”), il Sindaco f.f. Antonio Terra conferma l’intendimento sulla gestione dei servizi pubblici ed in particolare di quello idrico. Detto articolo, infatti, in violazione dell’art. 75 della Costituzione Italiana (“Referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge”), interveniva dal punto di vista formale e sostanziale su buona parte delle materie abrogate con il Referendum del 12-13 giugno 2011, con particolare riferimento al primo quesito referendario, avente ad oggetto i modelli di gestione ed affidamento dei servizi pubblici locali. Nell’occasione, infatti, la maggioranza della popolazione italiana si è espressa contro la privatizzazione dei servizi pubblici, tra cui quello idrico. «Le liste civiche che compongono la maggioranza – ha detto il Sindaco f.f. Antonio Terra – hanno sostenuto convintamente i temi del Referendum del 2011. Oggi che la Corte Costituzionale ha cancellato ogni possibile zona d’ombra o residuo di dubbio sulla questione, possiamo dare concreta attuazione alla nostra piena volontà di erogare detti servizi pubblici avulsi da logiche lucrative. Più in particolare, i principi della Consulta costituiranno da oggi il supporto giuridico per i lavori della IV commissione consiliare permanente, Affari Generali, per la modifica dello statuto comunale nella parte in cui si ritiene debba prevedere il concetto di acqua come bene comune e pubblico, non assoggettato al mercato delle privatizzazioni. Entro la fine dell’estate la modifica dello statuto approderà in Consiglio comunale».