Questa mattina abbiamo avuto la strana sensazione di essere ancora in preda a visioni oniriche quando leggendo le dichiarazioni di Pietro Cappellari non riuscivamo a capire se fossimo nel pieno di un cinegiornale Luce del ventennio oppure assistendo ad una parodia del fantastico film “Fascisti su Marte”. Invece nulla del genere, come sempre la realtà supera la fantasia o peggio la più triste immaginazione. Non riusciamo a capire infatti perché il doveroso ricordo delle vittime delle foibe debba essere biecamente ammantato di revisionismo e nostalgia. Sarebbe stato infatti utile ricordare che tutte le vittime italiane di quegli anni videro subire olocausto della propria vita per la follia del fascismo di scendere in guerra al fianco del nazismo o di promulgare leggi terribili e vergognose. Difatti se non ci fossero stati questi abomini, che nel caso specifico portarono all’invasione della Jugoslavia ed all’annientamento delle popolazioni locali che secondo il regime dovevano essere fascistizzate o eliminate, mai e poi mai ci sarebbe stata la feroce vendetta titina che ovviamente non possiamo che condannare fermamente e senza esitazione ideologica. Molto spesso purtroppo però si dimentica che gli infoibati erano italiani di tutte le ideologie e di tutti i credo religiosi e utilizzarne la memoria a senso unico non è di certo corretto se non è addirittura vile. Altra storia è invece la questione dei profughi che l’Italia postmonarchica affrontò in modo vergognoso e che ancora oggi grida vergogna e per la quale il nostro Paese non potrà mai farsi perdonare. Una ultima aggiunta la vogliamo dedicare alla “minaccia” di Pietro Cappellari di girare per le scuole perché le sue parole rischiano di seminare il virus del negazionismo. Ebbene su questo saremo intransigenti e ci opporremo in qualsiasi modo. Ricordando poi la grande prova che è riuscito a dare quando in vesti istituzionali, facendosi una foto vicino ad un carro armato tedesco ne invocava la venuta. Noi fossimo in lui lasceremmo stare visto che è già riuscito nel recente passato a portare la nostra città al disonore della cronaca nazionale.
Roberto Alicandri
Waldemaro Marchiafava
Marco Federici
Antonio Taurelli