“Sarebbe stato certamente più semplice far finta di nulla e non prendere alcuna posizione sullo sciopero generale di oggi. Visto che anche il mio partito e sostanzialmente tutto il governo Draghi e tutta la sua opposizione hanno preso una posizione che ruota intorno al termine inopportuno. Eppure a mio avviso lo sciopero di oggi è giusto ed occupa uno spazio politico e sociale che in questo periodo storico è sempre più scoperto. Ma partiamo dalle ragioni per le quali ritengo questa mobilitazione giusta. Prima di tutto perché l’impatto della legge di bilancio è praticamente nullo sugli stipendi e sulle pensioni delle classi sociali più deboli e sarà percepito solo dai ceti medi, senza che poi pure questi avranno un reale “guadagno” fiscale. Purtroppo su questo tema una coalizione così larga, praticamente bicefala, a sostegno del governo, non ha consentito un intervento condiviso e quindi si sono disperse molte risorse per garantire un guadagno fiscale alle categorie più ricche che in questo periodo storico sono state le uniche che hanno potuto sopportare l’impatto della pandemia e che quindi molto meno di altre avevano bisogno di un aiuto. Altro motivo poi che mi spinge a sostenere lo sciopero è l’assenza nella legge di bilancio di una seria riforma del mondo del lavoro che oggi è ormai totalmente precario e senza tutele e di conseguenza sempre più pericoloso. Infine, ci sarebbero altri motivi ma ne voglio citare un ultimo, ovvero l’assenza di prospettiva futura nel mondo delle pensioni. Purtroppo non si può solo pensare a procrastinare l’uscita dal mondo del lavoro ma bisognerebbe voler affrontare una volta per tutte la necessità di turnover, di ricambio, di coloro che vanno in pensione ed anche pensare a quelle che saranno le pensioni di coloro che oggi entrano nel mondo del lavoro e che rischiano seriamente di essere da fame. Ripeto, sarebbe stato più semplice non dire nulla, ma visto che da sempre non ho fiducia di chi non prende una posizione, non parteggia insomma, io devo dirlo, sostengo lo sciopero generale di oggi”.
Roberto Alicandri