Zaratti (Sel): “Clini verifichi gestione servizio idrico in Ato 4 gestito da Acqualatina”. Dossier di 300 pagine al Ministro dell’Ambiente. “Non è stato recepito il risultato referendario, alcuna revisione straordinaria della tariffa che escludesse il 7% previsto per la remunerazione del capitale investito”.
“Egregio Ministro, secondo i poteri di vigilanza sull’uso delle risorse idriche di competenza del ministero dell’ambiente, le chiedo di disporre una verifica sulla gestione del servizio idrico nell’Ato 4 Lazio meridionale e sull’operato dell’autorità d’ambito”. Questa è la richiesta che Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia libertà con Vendola alla Regione Lazio, ha rivolto al ministro Corrado Clini attraverso un dossier di 300 pagine sul caso Acqualatina. “La recente stagione estiva – dice Zaratti – ha fatto riemergere una emergenza idrica nel sud pontino, dove ancora si registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Intere città come Formia, Gaeta e Minturno sono state letteralmente messe in ginocchio dal razionamento quotidiano di acqua proprio nel momento di maggior affluenza turistica”. “Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo e il ridotto contrasto delle perdite idriche, che in questa provincia superano il 60%, è anche il frutto di un continuo rinvio degli investimenti di Acqualatina sul piano d’ambito – aggiunge Zaratti – Parte di questi interventi il gestore, secondo il disciplinare allegato alla convenzione di gestione, avrebbe dovuto realizzarli nei primi sei anni”.
“Ma questo – prosegue Zaratti – è soltanto uno dei 27 punti di illegittimità riscontrati da un’indagine amministrativa della Regione Lazio nel 2008. Successivamente all’aggiudicazione della gara, infatti, la conferenza dei sindaci dell’Ato ha deliberato modifiche sostanziali alla convenzione tipo approvata dalla Regione, che ha consentito di trasferire gli oneri della gestione e del rischio di impresa da Acqualatina all’autorità d’ambito. Così oggi la società si trova nelle condizioni di non essere tenuta ad assicurare i livelli di sicurezza previsti dal piano, pur continuando a riscuotere la tariffa piena degli utenti. Ne è nata una conflittualità e un contenzioso giudiziario tra gestore e comunità locali con diversi Comuni che si sono rifiutati di approvare la convenzione, fatto giustificato da un pronunciamento del Consiglio di Stato. Per gli utenti gli effetti sono: continui aumenti delle tariffe, a fronte di emergenze idriche e sanitarie come quelle dell’inquinamento da arsenico”. “Infine la conferenza dei sindaci non ha ancora deliberato il recepimento degli effetti del risultato referendario – conclude Zaratti – non operando alcuna revisione straordinaria della tariffa che escludesse il 7% previsto per la remunerazione del capitale investito. Tutti fatti che inducono a verificare se le modifiche apportate alla convenzione di gestione e agli altri atti parasociali, successivi all’aggiudicazione della gara, non possano comportare l’invalidità degli accordi con il gestore e se il deficit degli investimenti di Acqualatina per realizzare il programma di interventi previsti dal piano non determinino condizioni di inadempienza contrattuale e conseguenti condizioni per la rescissione del contratto in danno”.