Sempre più forti le esalazioni dell’impianto di compostaggio Kiklos Acea di via Ferriere-Nettuno

La Kyklos continua a non risolvere i gravi problemi in materia di pesanti disturbi odoriferi inflitti ai Cittadini residenti nell’ area circostante l’ impianto. La nota del Comitato “No miasmi e difesa del territorio dall’inquinamento ambientale”.

“La sistematicita’ delle emissioni delle esalazioni permette addirittura di prevedere quali sono i tempi di maggior disturbo. Di primo mattino – scrive in una lunga nota il Comitato “NO Miasmi” costituitosi lo scorso anno- (circa alle 5 e fino alle 8/9), i fetori sono di solito più intensi, probabilmente indirizzati dalla tracciante delle brezze di terra ( dir. N/E verso S/O) che iniziano di solito all’alba. Di sera tardi, invece, si avvertono ancora pesanti miasmi, sospinti a km di distanza da venti che tirano nella direzione opposta. Dal punto di vista meteorologico, il fenomeno potrebbe essere originato dal fatto che, durante una fase ciclonica non intensa, con conseguente caduta notturna dei venti e contemporanea bassa pressione al suolo, le esalazioni pestifere tendono a rimanere in basso e a seguire le depressioni del terreno, che effettivamente scivolano verso Nettuno. Tre Cancelli, Canala e le zone limitrofe sono, infatti, colpite subito dopo gli insediamenti a ridosso della Kyklos. Parliamo di parecchie migliaia di persone. Le esalazioni provengono essenzialmente dalla decomposizione organica del materiale immesso nei capannoni di maturazione. Altri disagi odoriferi sono avvertiti anche dal momento in cui il “compost” viene portato via dall’ impianto fino alla fase in cui viene sversato nei terreni e “girato”, ossia rimescolato con la zolla.

I Cittadini della zona si sono sempre dichiarati completamente favorevoli ad un processo efficiente che utilizzi un ciclo di compostaggio; quello che non giudicano accettabile , è l’ emissione nell’ aria di esalazioni pestilenziali, che in realtà stanno rendendo invivibile una zona di svariati km quadrati a nord di Nettuno. Come se questo problema , oggetto di esposti agli Enti interessati, non bastasse, un altro ancora più grave si profila all’ orizzonte.

Dov'è localizzato l'impianto Acea Kiklos

L’impianto Biogas. Come confermato da fonti ufficiali (Provincia di Roma – incontro fra esponenti di settore e Cittadini del 10/04/2012 – , Assessorato Ambiente Aprilia- incontro fra Cittadini e Comitati del 13/07/2012 – ) la Kyklos è in una fase avanzata di studio di fattibilità per una unita’ a biogas . Sempre che tali studi abbiano poi un seguito a livello di attuazione del progetto così come illustrato, occorre sottolineare talune problematiche. Gli impianti a cogenerazione a biogas sfruttano rifiuti, liquami e sottoprodotti agricoli, o anche prodotti appositamente coltivati – come il mais -, per produrre e vendere energia elettrica. L’ impianto a biogas produce, con un processo cosiddetto di “digestione”, gas metano che viene utilizzato in un grosso motore a combustione interna (per intenderci, un motore di una media motonave), collegato ad un alternatore che genera energia elettrica. Questa viene venduta all’ ENEL ad un prezzo molto vantaggioso. Per questo è in atto una vera e propria corsa al biogas agricolo, giustificata dall’inseguimento dei cosiddetti “certificati verdi”. Chi produce energia elettrica avrà diritto, se il suo impianto sarà messo in cantiere entro la fine del 2012, a vedersi riconosciuto – ad esempio, dall’Enel – un prezzo di vendita di 0,28 centesimi di Euro al kilowattora, contro gli 0,07 centesimi di Euro del prezzo di mercato. Ovvero 4 volte il valore di mercato. I Cittadini, in tale maniera, pagano di tasca propria sulla bolletta di casa gli incentivi che andranno a favorire i produttori di biogas. Un esempio in linea generale: un impianto da 1 megawatt (il massimo ammissibile per ottenere i certificati verdi) è un investimento di circa 4 milioni di euro ammortizzabile in 3 o 4 anni, che poi darà una rendita netta di un milione di euro all’anno. Il biogas, tra le fonti energetiche rinnovabili, sta cominciando a creare più problemi che vantaggi alla collettività. Soprattutto da quando è diventato la nuova “gallina dalle uova d’oro” per l’agroindustria. La questione è che oltre alle speculazioni permesse dalla legge e incentivate con i soldi pubblici, la tentazione di utilizzare, ad esempio, il mais è molto forte , visti i guadagni assicurati. In pratica si sta incentivando l’ agricoltura non per scopi alimentari ma per produrre energia elettrica sovvenzionata con soldi pubblici. In due anni gli impianti si sono triplicati, e supereranno le mille unità a fine 2012. Il problema è, pero’, ben piu’grave, se si immagina per un momento cosa puo’ significare l’ abbinamento di un cogeneratore a biogas con una unita’ di compostaggio.

Stabilimento pericoloso– E’ noto quello che è accaduto alla Kyklos il 19 agosto scorso quando un furioso incendio ha coinvolto ,con fiamme alte oltre i 20 metri, lo stabilimento, che per molti giorni ha continuato a bruciare. Si sono viste centinaia di persone costrette – con le alte temperature di questo agosto – a subire ulteriori aumenti del caldo torrido, relegate dentro le case con le finestre serrate per tentare (senza riuscirci) di evitare che il fortissimo odore acre degli incendi e il fumo denso inondasse l’interno delle abitazioni. Se fosse gia’ stato installato un modulo a cogenerazione biogas ci sarebbe stata sicuramente una deflagrazione con conseguente disastro ambientale. Anche nei giorni successivi, vi sono stati – come immaginabile – enormi disagi, provocati anche da residui di cenere che hanno invaso letteralmente la zona per parecchie centinaia di metri quadri. Del resto, che le unita’ di compost siano soggette ad incendiarsi con la massima facilita’, nonostante le precauzioni predisposte dai VV.FF.

Le segnalazioni dei residenti . I Cittadini di Nettuno hanno da tempo segnalato alle Autorita’ preposte i rischi di una approvazione frettolosa di un tale impianto dislocato in mezzo alle abitazioni (che, si ribadisce, per il 90% erano presenti ben prima che l’impianto fosse solo immaginato) ed hanno anche fatto presente che non ci si potra’ appellare ai non “sapevo” qualora in un futuro prossimo esplosioni in seguito ad incendi dovessero dare adito a disastri ambientali con la perdita di vite umane. Gli Enti preposti stanno fortunatamente entrando tutti nell’ ordine di idee di bloccare la realizzazione di questi biogas; un esempio recente è la bocciatura della centrale a biogas di Trino Vercellese. Infatti, in data 28/08/2012, al terzo tentativo è arrivato il “no” definitivo all’insediamento della centrale a biogas. La Conferenza dei Servizi che si è tenuta in Provincia a Vercelli ha, infatti, respinto la richiesta della ditta proponente, la Real Bioenergy, intenzionata a costruire l’impianto a biomasse in Strada Antica per Ramezzana, su alcuni terreni di proprietà della Diocesi di Vercelli. Sono arrivati i pareri contrari del Comune di Trino, Asl, Arpa, Ovest Sesia, a cui si sono aggiunti i “no” di tutti gli Enti interessati. I Cittadini di Nettuno attendono che le Istituzioni prestino attenzione a tutto ciò detto. Il Comitato “No miasmi e difesa del territorio dall’inquinamento ambientale” continua la sua attività di monitoraggio della situazione”.