“La lotta alla corruzione è una priorità assoluta per la Commissione”
Un monito chiaro e forte quello della Commissione Europea, organo esecutivo dell’Ue, sulla depenalizzazione del reato di abuso d’ufficio decisa dal governo di Giorgia Meloni.
“L’abolizione del reato di abuso d’ufficio potrebbe “impattare sull’efficacia” del rilevamento dei fatti di “corruzione” e quindi sulla lotta alla stessa, che per la Commissione è “una priorità”, ha dichiarato il portavoce della Commissione Europea per la Giustizia Christian Wigand, rispondendo ad una domanda durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
“Quello che posso dire – ha affermato – è che la lotta alla corruzione è una priorità assoluta per la Commissione. Abbiamo adottato un pacchetto di misure a maggio, per rafforzare la prevenzione e il contrasto alla corruzione”. In quella proposta di direttiva si mirava tra l’altro a prevedere l’abuso di ufficio come reato in tutti i Paesi membri dell’Ue: oggi è considerato reato in 25 Paesi su 27, ma con rilevanti differenze da Stato a Stato. “Siamo a conoscenza – aggiunge – del disegno di legge italiano che propone alcune modifiche alle disposizioni che regolano i reati contro le pubbliche amministrazioni”.
L’abuso d’ufficio, nella definizione adottata dalla convenzione Onu di Merida contro la corruzione (il “fatto per un pubblico ufficiale di abusare delle proprie funzioni o della sua posizione, ossia di compiere o di astenersi dal compiere, nell’esercizio delle proprie funzioni, un atto in violazione delle leggi al fine di ottenere un indebito vantaggio per sè o per un’altra persona o entità”) è previsto come reato in tutti gli Stati membri .