“A due anni dallo tsunami (prevedibile per noi) che ha investito i comuni di Anzio e Nettuno, anche il vicino comune di Aprilia è stato colpito da una gravissima inchiesta per infiltrazioni mafiose che vede coinvolta in primis la politica locale. Politica locale, di chiara appartenenza, che da noi sta dimostrando tutta la sua pochezza, malafede e impreparazione nel processo Tritone, le cui udienze sono rese pubbliche grazie al prezioso lavoro di radio radicale. Nessuno sapeva, nessuno conosce, nessuno ricorda, neanche di fronte alle inequivocabili immagini e intercettazioni.
Purtroppo, come è sempre più evidente, il problema del radicamento delle organizzazioni criminali e della loro infiltrazione nella politica non è circoscritto ad alcuni comuni, ma ha una portata almeno regionale e una pervasività spaventosa.
Il lavoro investigativo è preziosissimo e va plaudito e ringraziato. Sappiamo però che non è sufficiente. C’è bisogno di un’alternativa sociale, culturale, economica e soprattutto di una classe dirigente e politica in grado di rappresentarla. Come lista civica sappiamo che chiuderci una dimensione iper-locale sarebbe un grave errore. È assolutamente necessario costruire sinergie e fare rete con tutte le realtà politiche del campo progressista che si dimostrano, nei fatti e non per autoproclamazione, alternative al modello politico di centro destra che ha spalancato le porte alle mafie.
Siamo di fronte ad un bivio dalla portata storica: o le future amministrazioni dei comuni coinvolti imparano a lavorare in sinergia in un’ottica di collaborazione politico-amministrativa, facendo da barriera alle infiltrazioni, oppure alle mafie scovate oggi ne subentreranno altrettante, non meno pervasive e pericolose, senza più alcuna possibilità di argine”.
Alternativa per Anzio