Tra gli argomenti affrontati: Questione ambientale e welfare, trasparenza e questione morale, politiche di conciliazione, per città a misura di donna
Con il 40% di donne in Parlamento, la Coalizione di centro sinistra si caratterizzerà per una forte composizione di genere. E per la prima volta nella storia della nostra Repubblica la rappresentanza femminile si avvicinerà ai numeri della democrazia paritaria. Ossia della pari rappresentanza di uomini e donne in politica. La notizia, di portata epocale per l’Italia fanalino di coda in Europa, ha fatto da sfondo al Convegno che si è tenuto a Nettuno il primo febbraio scorso: “Più politica col cuore, più politica con le donne. Questione morale e democrazia paritaria”. Organizzato dalle donne della coalizione di centro sinistra, Pd e Sel. Tra le relatrici, esperte di politiche di genere, Annamaria Parente, Pd e Loredana De Petris, Sel. Entrambe candidate al Senato e tutte e due con una lunga militanza nei movimenti femminili. Franca Cipriani, Pd, consigliera di parità alla provincia di Roma ha portato il proprio saluto a margine dell’incontro. Oltre ad Emanuela Irace, assemblea nazionale Pd e Francesca Tammone, coordinatrice del circolo SEL Anzio Nettuno-“Litorale Sud”, candidata alla Camera. Tra gli interventi, quello di Claudio Pelagallo, membro dell’assemblea Nazionale di SEl, Responsabile per la legalità di Sel Lazio, Rosario Napoli, segretario della sezione del Partito Democratico di Lavinio e Rosalba Giannino, già candidata alle primarie di coalizione centro sinistra del Comune di Anzio. Tra gli argomenti affrontati. Questione ambientale e welfare. Trasparenza e Questione Morale. Politiche di conciliazione – per città a misura di donna – lavoro e “femminicidio”. Passando per le recenti leggi sulla doppia preferenza. E sul riequilibrio della rappresentanza di genere nei consigli e nelle giunte degli Enti locali. Ma non solo. Entro il 23 maggio, infatti, i Comuni dovranno adeguare i propri Statuti “ garantendo”, e non più solo “promuovendo”, le pari opportunità. Significa anche che dovranno essere elette o nominate, da un terzo a un quarto di donne non soltanto negli enti locali, consigli e giunte di comuni, province e regioni, ma in tutti gli organi dell’amministrazione dello Stato: scuole, consorzi, Asl, comunità ecc. Un provvedimento legislativo destinato a produrre una vera e propria rivoluzione di Genere, con quote di partecipazione femminile, a parità di titolo, garantite per legge. (legge 215/2012 e Decreto del Presidente della Repubblica n 251 del 30 novembre 2012). E se le quote non sono rispettate via libera ai ricorsi. Che si vincono. Su tutti, la recente sentenza del Tar del Lazio contro il sindaco di Civitavecchia, Pd, e la sua giunta con una sola assessora. Il Tar ha stabilito al 40% la percentuale minima di donne presenti in Giunta. Obbligando il sindaco a rispettare la quota di genere. “Una vittoria per le donne e una sentenza condizionante per la formazione dei futuri organi elettivi degli enti locali” ha detto Francesca Piazza, Presidente dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici che nel corso del convegno ha illustrato, insieme all’avvocatessa Luisa Capicotto, iter e motivazioni che hanno portato alla storica sentenza del 21 gennaio scorso contro la giunta di Civitavecchia.