Anzio. Presentata la candidatura a di Aurelio Lo Fazio, sala piena: “Al ballottaggio vinco”

“Andiamo al ballottaggio e vinco”. Ha concluso così, tra gli applausi, il suo intervento alla presentazione della candidatura a sindaco Aurelio Lo Fazio, in corsa ad Anzio per il Pd e la civica Lo Fazio sindaco #unaltracittà che vede nelle sua fila anche i rappresentanti di Azione, Italia Viva e del movimento “Amo Anzio”.

Sala piena all’hotel Lido Garda per l’evento che ha aperto la campagna elettorale. Presenti il segretario regionale di Azione, Alessio D’Amato, la capogruppo in Regione di Italia Viva, Marietta Tidei e il segretario del Pd del Lazio, Daniele Leodori i quali hanno rimarcato le qualità, la competenza e la passione di Aurelio.

I numerosi presenti hanno gridato, tutti insieme, “Anzio!” prima che Lo Fazio iniziasse il suo intervento nel corso del quale ha rimarcato come le liste sono composte “da persone competenti, affermate nei rispettivi lavori, appassionate del percorso che stiamo facendo” e dopo i ringraziamenti di rito ha subito voluto lanciare un messaggio riferito allo stile della campagna elettorale: “Auguro il meglio ai miei competitor, perché ricostruire un paese dopo quello che è successo, lo scioglimento per mafia del quale hanno la responsabilità politica nella destra-centro che ci ha governato per 25 anni, chiunque vinca non sarà facile. Qualsiasi ruolo avremo, tutti, serviranno competenza e risposte, non le smargiassate alle quali ci ha abituato chi governava”.

Altro passaggio: “Quando segnalavamo le cose che non andavano venivamo attaccati, sempre, sul piano personale. non portiamo risentimento alcuno, ci confronteremo sulla città che abbiamo in mente. Altra cosa è il giudizio politico su ciò che sono stato, mi viene con una battuta di dire arieccoli. A dire il vero li vedo abbastanza dimessi e voglio ricordare che il mio competitor di destra centro ha già fatto il sindaco per un paio d’anni e venne mandato a casa grazie alle firme che noi raccogliemmo e alle quali si unirono i suoi alleati. Diciamo che l’inclusività non era, già allora, una delle sue qualità”.

Sul ruolo del sindaco: “Non aspettatevi un podestà, un tuttofare o un Nembo Kid come chi c’è stato perché ascolteremo, faremo rete, ripartiremo dalle cose basilari sentendo le esigenze dei cittadini. Non ci preoccuperemo di un lotto di terra da sbloccare ma del benessere di chi vive ad Anzio, comunque la pensi”.

Dal punto di vista del programma sottolineata la comunanza di idee con il candidato di Nettuno, Nicola Burrini, sul prevedere azioni comuni su temi come la raccolta dei rifiuti, i trasporti, la sanità e la grande sfida: “Candidare Anzio e Nettuno, insieme, a capitale italiana della cultura nel 2034. Non promettiamo di farlo domani, perché sarebbe impossibile, ma alla fine di un percorso che vorrà dire che queste città sono rinate e allora, chiunque sarà sindaco, potranno trarre un beneficio da ciò che abbiamo preparato”.

Rispetto ai rifiuti e alla recente determina con la quale il Comune ha praticamente deciso di uscire da Aet “Lo abbiamo denunciato sin dall’inizio che non funzionava, lo abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, oggi scoprono che è assolutamente insufficiente e inadeguata, bene. Non va il servizio e non vanno le bollette, per questo alla fine di un percorso con Nettuno immaginiamo di abbattere i costi e migliorare il servizio”.

Non è mancato un passaggio sulla sicurezza, indicata come priorità, come pulizia e decoro.

Poi “parafrasandro De Gasperi, un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni, noi faremo questo e magari ci saranno momenti di scontento ma dobbiamo guardare assolutamente alle prossime generazioni e non al nostro orticello”. Stesso discorso citando Ghandi: “Supplicare per un favore è barattare la nostra libertà, diceva, questo è il nostro modo di fare politica e nessuno dovrà supplicare. La cultura della legalità viene prima di quella antimafia che deve appartenere a tutti partendo dal rispetto delle regole. Trasparenza assoluta, con un tagliando alla macchina burocratica che non sarà contro le persone ma tenderà a valorizzarle. Non ci saranno ingerenze, da parte nostra, ma nessuna tolleranza”.

Rispetto al Paradiso sul Mare: “Ci avevano promesso miracoli, sappiamo tutti in che condizioni è. La nostra idea è quella di farne un dipartimento universitario di enogastronomia”. Preoccupazione per “l’ospedale militare, dove qualcuno vorrebbe realizzare una clinica e che in realtà è un giacimento archeologico immenso”. Tra le idee quella di “abbattere i muri sia di Villa Albani sia dell’ospedale militare, sentite le autorità preposte”.

Infine la sfida: “Una democrazia partecipata, abbiamo in lista due cittadini italiani originari dell’India, c’è chi l’integrazione la predica e chi la fa. Sarà centrale l’ascolto, il raccordo con le periferie affinché da una lampada che non funziona alle buche, da un problema alla rete fognaria alle iniziative sul territorio, ci sia un collegamento costante”.