Le risposte del Candidato Aurelio Lo Fazio ai giovani delle associazioni

All’incontro  dell’11 Novembre alla Fattoria Riparo

Quali programmi concreti pensa di introdurre per supportare i giovani nel comprendere le proprie attitudini e orientarsi meglio nel percorso formativo e professionale?

Intanto cominceremo con ascoltarli i giovani e avvieremo un dialogo costante con loro, la scuola resta con il compito fondamentale per l’orientamento. Altrettanto importante l’ufficio studi e programmazione che istituiremo per avere piena conoscenza della realtà della popolazione locale e per comprendere che tipo di sviluppo può esserci sul territorio e non solo. Orientarsi nel percorso formativo e professionale non è di stretta competenza di un Comune, ma possiamo fornire gli strumenti anche attraverso un confronto continuo con gli istituti scolastici e i centri di formazione.

 A tal proposito vi segnalo il ruolo che dovrà avere il Paradiso sul Mare in cui noi proponiamo di inserire all’interno della struttura un dipartimento universitario di enogastronomia al fine di dare ulteriore sbocco all’istituto alberghiero presente sul nostro territorio.

Quali iniziative ritiene possano rendere questi percorsi accessibili e in grado di coinvolgere attivamente i giovani nella costruzione del loro futuro?”

Istituiremo una consulta e faremo tesoro delle proposte che arriveranno, citando una fantastica canzone di Giorgo Gaber, la libertà è partecipazione. Ecco, li faremo partecipare e immagino che se dobbiamo mettere in piedi eventi estivi, per esempio, anziché affidare cartelloni ad amici degli amici come è stato fatto da chi ha governato per 26 anni daremo spazio anche a proposte che arrivano dalle giovani generazioni.

Quali buoni pratiche verranno adottate nel breve tempo per passare dai “non luoghi” alla scoperta di nuovi sani luoghi di aggregazione giovanile?

Faremo subito un censimento di tutti gli edifici pubblici in disuso o da ristrutturare programmando alcuni di questi in centri culturali e di aggregazione per i più giovani, è uno dei punti qualificanti del nostro programma. Ovviamente utilizzazione immediata a struttura ultimata della casa dell’associazionismo a Falasche.

Sappiamo anche che per mantenere la “cosa comune” è necessaria una corresponsabilità con i giovani e con il sano associazionismo del territorio. Quali processi di partecipazione e di appartenenza verranno messi in campo per passare dalla cultura dell'”usa e getta” all’uso responsabile dei luoghi di aggregazione ed incontro?

In parte ho già risposto, ma voglio aggiungere che sarà importante anche un patto generazionale. Vedete, Anzio ha un indice di vecchiaia pari a indice 157,6 ovvero 157,6 persone oltre i 65 anni ogni 100 tra 0 e 14 anni. Chi ha preceduto i ragazzi ha tutto fuorché la cultura dell’usa e getta e per questo il patto sarà fondamentale. Promuoveremo confronti, iniziative tipo banca delle ore, scambio di esperienze, per accrescere la cultura della responsabilità.

Al giorno d’oggi la violenza di genere è un fenomeno di cui purtroppo sentiamo sempre più parlare. come pensa si possa agire per prevenire, sensibilizzare e supportare la popolazione riguardo questa problematica?”

Purtroppo è una emergenza nazionale ma il Comune resta il primo punto di riferimento per i cittadini ed è bene che promuova politiche di sicurezza, anzitutto, detto questo viene naturale avviare ogni genere di campagna per una crescita culturale che metta il rispetto al primo posto. Poi saranno supportate tutte le iniziative di sensibilizzazione che verranno promosse dell’associazionismo e dai centri di aggregazione Parrocchie comprese, non solo il 25 novembre ma ogni giorno dell’anno. Sarà prezioso il lavoro nelle scuole di ogni ordine e grado.

Ad Anzio la graduatoria per l’assegnazione di un alloggio popolare conta molti nuclei familiari in attesa. In un momento come questo in cui riceviamo una forte pressione abitativa da Roma, con il conseguente aumento del costo degli immobili, quale situazione intende adottare per rispondere a quella che a tutti gli effetti si configura come una emergenza abitativa?

Verrebbe da dire che i responsabili della mancanza di alloggi popolari e dell’emergenza abitativa li conosciamo e oggi si ripresentano, consentitemi la battuta. Voglio ricordare che la mancata politica di alloggi è stata portata avanti dalle precedenti amministrazioni con l’approvazione del piano regolatore del 2002/2003. In questo piano urbanistico tutto proteso a fare di Anzio una villettopoli venne anche bocciata la proposta, che feci insieme ad altri consiglieri comunali, di predisporre aree per l’edilizia pubblica convenzionata ed agevolata. L’amministrazione di allora preferì fare convenzioni (in particolare in zona quartiere europa) con privati, aventi edifici già precedentemente costruiti, ed i risultati disastrosi di tali scelte sono sotto gli occhi di tutti. Posso dire che se abbiamo pressione da Roma non è perché il costo degli immobili è aumentato – questo può valere solo per alcune zone di pregio – ma perché qui conviene investire rispetto alla Capitale in quanto il piano regolatore della destra-centro ha svenduto il territorio

Gli intrecci fra ‘ndrangheta e politica degli ultimi anni hanno contributo a creare nei cittadini noncuranza e disaffezione verso la cosa pubblica e sfiducia verso le istituzioni chiamate a rappresentarli e tutelarli. Con queste nuove elezioni è richiesto un cambiamento culturale diffuso, che deve essere una concreta prerogativa e non solo uno “specchietto per le allodole” per attrarre consensi. Per questi motivi, chiediamo risposte alla politica: serve un cambio di passo rivolto soprattutto alle nuove generazioni, che abbia l’obiettivo di ispirare e ricostruire nel tessuto sociale quel senso di fiducia. I progetti nelle scuole e con le associazioni giovanili sono importanti, ma da soli non bastano. Cosa proponete, in concreto, per favorire questo processo di cambiamento e su quali basi si fonderà? Quali validi progetti strategici intendete realizzare?

Al primo posto la legalità di tutti i giorni, quella che altri hanno calpestato. Abbiamo sempre detto che le responsabilità penali sono personali e di quelle deve occuparsi la magistratura, quelle politiche di chi ha governato sono enormi e sono ben individuate nella relazione della commissione d’accesso. Il Comune, allora, sarà il primo luogo del rispetto e dell’educazione, intanto, niente urla, ma dialogo costante, rispetto delle regole a cominciare da quelle basilari, riconoscimento dei diritti ma anche richiesta di assolvimento dei doveri. È un percorso lungo, perché per anni si è pensato che la prevaricazione fosse sufficiente ovvero il favore all’amico, il girarsi dall’altra parte. È il modo migliore per far insinuare chi ha fatto dell’illegalità il suo modo di essere in una pubblica amministrazione: questo non sarà più consentito. Ripeto, non sarà facile scardinare questa cultura, quello che è stato chiamato non a caso “sistema Anzio”, ma sarà il faro della nostra azione. Per fare ciò il buon esempio dovrà essere dato da chi andrà ad amministrare.