La lettera di Carlo Conte
Gent.le Sindaco Burrini,
mi rattrista dover stigmatizzare il trattamento sprezzante e aggressivo che mi ha riservato ieri in Consiglio Comunale. Mi ha apostrofato pubblicamente come “sciacallo” perché “reo” di aver sottoposto all’attenzione del Consiglio un problema di sicurezza che purtroppo la nostra Città sta attraversando.
Come converrà, si tratta di un linguaggio rancoroso e di odio che non si addice a chi indossa la fascia tricolore né tanto meno a chi si professa democratico. Quel clima di rinnovamento di stile che lei tanto aveva evocato in campagna elettorale sembra aver lasciato presto spazio ad una collerica insofferenza verso il pluralismo e la critica politica. Il centro sinistra negli anni passati si è molto battuto per contrastare la prepotenza verbale di chi governava, tuttavia, almeno a giudicare dai modi, registro nelle sue reazioni una continuità con un recente passato. Le suggerisco sommessamente di ispirarsi ad altri attori politici.
Nonostante una certa abitudine allo scontro consiliare, non rimango indifferente a questa offesa perché credo sia un segnale preoccupante di degrado del dibattito pubblico. In un mondo fatto di Trump, di Bandecchi e di altri estrosi e prepotenti rappresentati del potere, sarebbe auspicabile una maggiore sobrietà almeno a sinistra. Comprendo bene la complessità di amministrare e lo stress che ne può derivare – avendola io preceduto in questo difficile ruolo ormai molti anni fa – ma questo non giustifica la mancanza di rispetto personale.
Sarebbe un bel segnale ricevere delle pubbliche scuse. Se non ha avuto la opportuna calma di gestire le sue reazioni in Consiglio, abbia almeno il buon senso di fare ammenda.
Distinti saluti,
Carlo Conte