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Question Time. Scontro in Aula sulla sanità al collasso, tensione sullo sterminio a Gaza

La Premier alla camera per rispondere al question Time dopo mesi di assenza. Il duello è partito prima con Giuseppe Conte, sul piano di riarmo e su Gaza. Poi con Elly Schlein, con cui va in scena un duro botta e risposta sulla sanità, al collasso in tutta Italia per i democratici, con tanto di sfida su chi sia il vero responsabile del fenomeno dei.medici “gettonisti” in corsia. I toni si alzano, le accuse sono reciproche, è evidente che l’argomento “Caos Sanità” fa  innervosire Giorgia Meloni.

Più animato di quello di appena una settimana fa al Senato anche per la comparsa nell’emiciclo di un “fantasma”, quello dei referendum nella protesta messa in atto da Riccardo Magi che accusa il silenzio delle tv sui referendum col chiaro intento di favorire l’astensionismo.

“La sanità pubblica è al collasso, le liste d’attesa sono infinte”, la “migrazione sanitaria da sud a nord è aumentata”, “avete portato la spesa sanitaria ai minimi storici”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein durante il suo intervento. Schlein rivolta a Giorgia Meloni ha sventolato dei grafici: “La spesa sanitaria si calcola sul pil”, “la domanda è perché state smantellando la sanità pubblica”, ha aggiunto. “Io non so da quanto tempo non va in un ospedale. Quando era al governo l’avete messo voi un tetto alle assunzioni negli ospedali. La gente non si riesce a curare, si vergogni!”. “Volete una sanità a misura del portafogli delle persone” e questa è una “vera e propria tassa Meloni, curarsi è diventato un lusso”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.

Giorgia Meloni si sofferma lungamente poi sui risultati dell’economia del paese, i salari sono cresciuti, e rivendica la lotta alla transizione ecologica, al green deal ideologico lo definisce, anche grazie alla ritrovata sintonia con la Germania del Cancelliere Friederich Merz.

Angelo Bonelli, per Avs, chiede conto della posizione del governo su Gaza e sulla proposta di Benjamin Netanyahu di entrare nella striscia con la forza. Meloni per la prima volta, seppur tiepidamente, prende le distanze sul punto (“non abbiamo condiviso diverse scelte e non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori”) ma spiega che per l’esecutivo la via rimane il dialogo “con tutti”, “aperto, franco” e pure “critico”. E proprio per questo Roma non ha “intenzione di richiamare” l’ambasciatore in Israele, nonostante la carneficina in atto. Definisce anche la situazione a Gaza “sempre più drammatica e ingiustificabile” ma le sue parole non placano l’indignazione delle opposizioni. Che si alzano tutte in piedi quando Giuseppe Conte chiede di alzarsi per condannare “in silenzio questo sterminio”. Gli occhi sono tutti su Meloni che non si alza attirandosi urla di “vergogna” dai banchi delle minoranze. Il quesito del leader M5S era in realtà sul piano di riarmo Ue,

 

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