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“Lettera ai parlamentari Ue, Votate contro il riarmo”: L’appello di 800 organizzazioni in vista del voto per il bilancio 2026

 

“Trasferire in fondi europei dalla guerra alla pace: è questo, in sintesi, l’appello di oltre 800 organizzazioni della campagna europea Stop Rearm Europe rivolto in una lettera aperta ai parlamentari Ue, che la prossima settimana saranno chiamati a votare sul bilancio 2026, che aumenta di cinque volte le risorse destinate alle politiche di difesa e spaziali, cui si aggiungono programmi civili aperti all’industria degli armamenti. Invitiamo tutte le realtà politiche e sociali ad unirsi al nostro appello, scrivendo ai parlamentari italiani Ue andando sul sito stoprearmitalia.it (Link:https://stoprearmitalia.it/fermiamo-aumento-spese-militari/”. Lo dichiarano i promotori italiani di “Stop rearm europe” Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia.

OLTRE IL BILANCIO 2026: SOLDI ALLE ARMI PER I PROSSIMI 10 ANNI – “Ma la corsa agli armamenti, che si decide in queste ore, non riguarda solo il bilancio europeo 2026, si annida anche in altri voti e negoziati in programma o già in corso, tra cui il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (QFP 2028-2034) e una serie di ‘pacchetti omnibus’, ovvero processi di deregolamentazione, che, togliendo norme e tutele ad esempio su ambiente e lavoro, sdoganeranno l’economia di guerra in Italia e in Europa almeno per i prossimi 10 anni. Vengono così dirottate risorse pubbliche dalle sfide cruciali dell’umanità, quali prevenzione e risoluzione pacifica dei conflitti al cambiamento climatico e perdita di biodiversità o crisi sanitaria”.
UN’EUROPA PER LA PACE: LA ROADMAP IN QUATTRO PASSI – Quattro le misure concrete da adottare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per preparare la Pace e un futuro migliori: 1. Votare contro il bilancio 2026 nell’assemblea plenaria della prossima settimana e chiedere: la ripresa urgente dei negoziati per ridurre i sussidi all’industria degli armamenti; aumento delle risorse destinate a diplomazia e prevenzione; risoluzione pacifica dei conflitti e la fine di tutte le clausole di esenzione, che impediscono il normale controllo parlamentare su tutti i programmi relativi al settore militare. 2. Difendere le norme sociali e ambientali nonché gli standard etici opponendosi alle misure inserite nel pacchetto omnibus, come ad esempio l’utilizzo del Fondo europeo per la difesa per finanziare la sperimentazione al di fuori dell’Europa, che consentirebbe di testare armi e tecnologie militari in qualsiasi zona di guerra, come Gaza e l’Ucraina. 3. Respingere l’attuale proposta del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP 2028-2034) che prevede il dirottamento di risorse europee da programmi civili e da welfare alle spese militari; 4. Opporsi alle pressioni volte a limitare l’azione degli attori della società civile”.
ESCE LA SOCIETA’ CIVILE, ENTRANO LE LOBBY DI ARMI – “Cresce invece la capacità d’influenza delle lobby delle armi: ad ottobre 2025, la Commissione ha incontrato 89 volte i lobbisti per discutere di riarmo e geopolitica, e solo 15 volte i sindacati, le ONG o gli scienziati sugli stessi argomenti. Nel frattempo, tra giugno 2024 e giugno 2025, i membri del Parlamento europeo hanno incontrato la lobby delle armi 197 volte rispetto alle 78 volte dei cinque anni precedenti. Un’ingerenza che mina la credibilità delle Istituzioni europee”, concludono.

 

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