[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
La delibera è arrivata fino in giunta ed è stata rispedita al mittente. Adesso il parere tecnico positivo nemmeno c’è più, perché il responsabile del servizio patrimonio si è premurato di far sapere che non era possibile darlo.
Chi pagherà, a questo punto, il conto dell’hotel dell’ex assessore Umberto Succi? Si parla di circa 16.000 euro, tanto è costato il soggiorno di una famiglia che era in stato di emergenza abitativa e che l’assessore Roberta Cafà ha indirizzato – con una lettera di suo pugno, a quanto pare – presso l’albergo.
Quattro mesi circa, prima che la famiglia si vedesse assegnare una delle “villette popolari” finite al centro di un’inchiesta della Procura di Velletri per il prezzo di acquisto ritenuto eccessivo. L’emergenza abitativa c’era, da qui l’interessamento dell’ufficio patrimonio, ma a quel punto erano anche da saldare vitto e alloggio (evitiamo la “lavatura e stiratura” del famoso film con Totò e Aldo Giuffrè) all’hotel.
Come fare? La pratica è passata per mezzo Comune, fino ad arrivare in una seduta di giunta definita turbolenta. Lì il segretario ha bloccato tutto, spiegando che non è possibile pagare una cosa del genere in assenza di una procedura definita. C’era anche un parere favorevole, dell’ufficio patrimonio appunto, ma nei giorni scorsi il responsabile ci ha ripensato. Darlo, evidentemente, era stato un errore. Commesso spontaneamente o indotto? Chissà… di certo la lettera arrivata ai vertici del Comune ha mandato in subbuglio chi pensava che fosse una cosa fatta e che, aggiusta di qua e lima di là, la delibera sia pure ad alto rischio sarebbe passata.
E adesso?
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