Ieri sera, nel corso del confronto pubblico promosso dal Pd di Aprilia, il sindaco Domenico D’Alessio ha avuto modo di affrontare nuovamente la questione del servizio idrico integrato, reiterando il suo appello ai rappresentanti dei Comuni dell’ambito territoriale pontino.
«Mi rivolgo a tutti i sindaci dell’Ato4 – ha detto D’Alessio – e oggi, perché sono ospite in questa sede e ho tra gli interlocutori anche autorevoli esponenti del Pd di Latina, in particolare mi rivolgo ai sindaci del Pd. Personalmente, in Conferenza dei Sindaci, ho sempre detto la mia per rappresentare gli interessi collettivi della città di cui sono il capo dell’amministrazione. Se altri sindaci, insieme al sottoscritto, concretizzassero quel fronte comune sempre evocato ma mai realizzato nei fatti, anche in Conferenza dei Sindaci potremmo affrontare quelle criticità emerse nel contratto di gestione. Dico questo perché le nostre ragioni, quella della sovranità del Consiglio comunale e quelle sullo stravolgimento degli standard tipo della convenzione regionale per il servizio idrico integrato, sono state pienamente accolte e confermate in via definitiva dalla giustizia amministrativa».
L’amministrazione, dopo le deliberazioni assunte dal Consiglio comunale, ha portato in essere gli opportuni atti consequenziali. «Voglio affrontare in chiari termini – ha detto il sindaco – la questione della riappropriazione degli impianti idrici, confrontandomi direttamente con i cittadini, come abbiamo sempre fatto, senza mai nasconderci di fronte alle nostre responsabilità. Il sottoscritto sedeva all’opposizione nel 2006, quando dall’opposizione abbiamo promosso una delibera di non ratifica del contratto di gestione, e siamo riusciti a farla approvare. E questo è un motivo di grande orgoglio politico che rivendico. Sto difendendo i contenuti di quella delibera anche oggi che il mio ruolo è cambiato: voglio ricordare che questa amministrazione appena insediatasi ha scelto di difendere la non ratifica del contratto in sede di Consiglio di Stato, costituendosi in giudizio nella causa di Acqualatina contro la Regione Lazio, laddove al primo grado di giudizio presso il Tar, prima il Comune di Aprilia non era costituito. È chiaro tuttavia che non possiamo riprenderci l’acquedotto finché il tribunale civile non si esprimerà. L’udienza è stata posticipata a marzo del 2012, ma in questi mesi non staremo fermi. L’appello che rivolgo agli altri sindaci è appunto di promuovere nuove iniziative politiche ad esclusivo interesse e a tutela degli interessi della collettività. Purtroppo, ancora una volta, devo dire che l’amministrazione di Aprilia è rimasta troppo spesso sola in conferenza dei sindaci. Altri amministratori che a voce esprimono le loro forti criticità nei confronti di Acqualatina, poi non danno seguito alle loro perplessità con atti concreti. A maggior ragione perché il Consiglio di Stato si è espresso così chiaramente e nettamente, è arrivato il momento per gli altri sindaci dell’Ato4 di assumere delle decisioni attese dai loro concittadini e a sostegno delle politiche già intraprese dal Comune di Aprilia».