[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
Un cartello nuovo, appena montato, con scritto via Ulisse. Uno ormai segnato dal tempo, dall’altro lato della strada, con scritto “Via Lionello Ponti, 1919 / 2000, Medico Chirurgo, Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica”. E’ lì dal 2007.
Siamo su via di Villa Borghese, la strada che dal cavalcavia conduce nella zona ai confini di Santa Teresa e fino all’ospedale. Una storia singolare, una delle tante di una città che ricorda le scene televisive di Corrado Guzzanti e della casa della libertà dove “facciamo tutti come c… ci pare”.
Al settimanale “il Granchio” che ha fatto notare la cosa, qualche tempo fa, con la “foto della settimana”, ha risposto in modo piccato l’ufficio toponomastica del Comune di Anzio. Nella lettera la firma è questa, da chi dipenda l’ufficio non è dato sapere né sul sito del Comune alla sezione “amministrazione trasparente” ce n’è traccia, ma è solo un aspetto marginale.
Perché in quella lettera c’è più di qualche notizia, oltre alla conferma di come si fanno le cose dalle nostre parti. C’è la spiegazione di un pasticcio politico-burocratico che per una via sarà solo la figuraccia fatta con gli eredi dell’illustre chirurgo, ma che purtroppo spesso riguarda anche altre vicende. Restiamo a questa, emblematica, della strada.
La prima notizia è che l’intitolazione della via a Lionello Ponti, decisa all’unanimità dal consiglio comunale il 24 settembre 2007, è stata una presa in giro. Così come la cerimonia in pompa magna, presenti l’allora sindaco Candido De Angelis e l’assessore – all’epoca – alla cultura, Sebastiano Attoni, del 15 dicembre dello stesso anno.
“Già a partire dai suoi primi anni di attività– è scritto nella delibera di Consiglio Comunale –il professor Ponti si è fatto apprezzare, in tutto il mondo, per il suo straordinario impegno medico e didattico con attività di ricerca e collaborazione con Università e Centri per la Formazione Medica. Per circa quindici anni pur continuando ad operare in campo didattico, ha scelto di essere un cittadino di Anzio”. Così venne deciso di intitolargli “la via dove ha vissuto e dove oggi i suoi congiunti trascorrono periodi di vacanza” – parole del sindaco di allora.
Attenzione, perché l’ufficio toponomastica rispondendo al settimanale afferma che “non risulta sia mai pervenuta l’autorizzazione prefettizia alla variazione toponomastica”. Ecco la seconda notizia. Si è votato e si è fatta la cerimonia in assenza di un “apposito decreto prefettizio”. Risultato: la via è stata intitolata ma in anagrafe il nome non è mai stato cambiato, poiché variarlo “senza l’autorizzazione citata comporta il reato di abuso d’ufficio”. Le norme sono chiare, le indica lo stesso ufficio: Decreto del presidente della Repubblica 223/89 (http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:1989-05-30;223!vig) e legge 1188/27 (http://servizidemografici.interno.it/sites/default/files/RD%201188_1.pdf)
Una colossale presa in giro o cos’altro? Solo un capriccio-cavillo burocratico? Ma soprattutto chi doveva chiedere quell’autorizzazione dopo la delibera del consiglio comunale? Dov’erano uffici, dirigenti, segretario e compagnia cantante?
Comunque sembra proprio che con i nomi delle vie non si scherzi e in ogni modo – ecco l’altra notizia – il Comune con la delibera di giunta 30 dell’11 aprile dello scorso anno ha approvato il nuovo stradario. E via Ponti non c’è, bensì resta via Ulisse “da via di villa Borghese, senza uscita”. Insomma, il nuovo cartello è giusto e l’altro… abusivo o, più realisticamente, solo un ricordo
Nella delibera – Attoni ancora assessore, sia pure con altro incarico, si decide “Di approvare lo stradario allegato e costituente parte integrante di essa, come stradario ufficiale di questo Comune alla data dell’ 8 ottobre 2011 ai sensi dell’art. 45 del DPR 223/89”.
E qui c’è un’altra notizia. Riguarda via Pierluigi Nervi. E’ sparita dall’elenco delle 600 approvate, ammesso ci sia mai stata. All’illustre ingegnere si era deciso di intitolare la via dove aveva vissuto, nota come via dell’Ombra, nei pressi della stazione ferroviaria. Poi era spuntata una via Nervi anche a Lavinio, in una zona di nuova edificazione, con più di qualche problema di corrispondenza. Adesso non ci sono più l’una né l’altra. In compenso, evidentemente con tutte le autorizzazioni del caso, abbiamo via Roma, viale Roma e piazza Roma. Meglio abbondare, o no?
[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]