Anzio- Inchiesta rifiuti, lanciata petizione on line. “Il Comune si costituisca parte civile”

Il Comitato Tares Equa in prima linea sulla vicenda legata al processo Cerroni, che avrebbe coinvolto indirettamente anche i comuni di Anzio e Nettuno

Su Firmiamo.it, la piattaforma per le petizioni on line, il “Comitato Tares Equa Anzio” ha lanciato una raccolta di forme per chiedere la costituzione quale parte civile del Comune di Anzio nel processo denominato “Cerroni ed altri”. Il riferimento è all’inchiesta legata alla gestione dei rifiuti nella Regione Lazio che aveva portato all’arresto di Cerroni, Fegatelli e De Filippis con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, violazione di norme contro la pubblica amministrazione e truffa in pubbliche forniture. “In relazione alle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti ed alle ordinanze regionali sullo smaltimento dei rifiuti nei comuni di Anzio e Nettuno – è scritto nella petizione – Cerroni ed il suo storico collaboratore Landi, con la complicità di funzionari della pubblica amministrazione, ponevano in essere una serie di condotte illecite volte ad impedire alla società Rida Ambiente srl, concorrente di Cerroni, di entrare sul mercato. In particolare, l’amministrazione ometteva per lungo tempo di determinare la tariffa definitiva in ingresso dei rifiuti per l’impianto di Rida Ambiente, cosa che impediva alla predetta di contrattare con le amministrazioni pubbliche locali l’eventuale accettazione di Rsu  nei suoi impianti. In tal modo, veniva intenzionalmente procurato alle società Pontina Ambiente e EcoAmbiente un ingiusto profitto patrimoniale consistente nella possibilità di gestire senza concorrenti i rifiuti provenienti dai comuni della zona. Oltre a ciò – si legge ancora nella petizione – la pubblica amministrazione rallentava di proposito l’iter di attribuzione della tariffa definitiva della Rida, nonché l’approvazione di varianti sostanziali in grado di aumentare notevolmente la quantità di rifiuti trattati, procedendo nel contempo ad autorizzare, in violazione alla normativa nazionale e comunitaria, lo smaltimento del c.d. “tal quale” in discarica, alfine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti solidi urbani dell’area pontina a società del gruppo Cerroni (nell’area pontina infatti una delle due discariche esistenti, la Ecoambiente, non è in possesso di impianto di trattamento dei rifiuti. Alla luce di ciò si evincerebbe che il comune di Anzio sarebbe stato danneggiato dalle presunte condotte criminose”.