[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]
Il comunicato pubblicato di seguito spiega meglio di ogni altra cosa i “passaggi” di quella che rischia di diventare una telenovela burocratica. I cittadini che compongono il comitato e con loro tutti quelli di Anzio, meritano una risposta su quell’ecomostro.
ALTRO CHE PASSACARTE!
Lo scorso 28 aprile abbiamo avuto modo di incontrare il dott. Mauro Lasagna Direttore dell’ARDIS, che, a seguire, ci ha inviato un’interessante documentazione intervenuta dal 2009 in poi tra il Comune e l’ARDIS, la quale dimostra che l’Amministrazione comunale anziate, tutt’altro che passacarte (come ha sostenuto il nostro Sindaco relativamente al progetto del molo “a difesa” del porto neroniano in più occasioni anche pubbliche) sin dal 2002 ha avuto funzione di ente proponente del progetto, affidato ad un consulente esterno, escludendo quindi il ruolo di semplici ignari passacarte dei nostri amministratori.
L’intervento originario, progettato dal Comune di Anzio, era ben più imponente di quello realizzato (previsione di spesa 5.737.0000 €) dal quale è stato stralciato l’attuale progetto (copertura di spesa resa disponibile dall’ARDIS, che ha elaborato lo stralcio nel 2009, di 1.000.000 di €) che è effettivamente costato circa 600.000 €.
Dalla determina regionale che esonera dal procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale si evince che le caratteristiche strutturali dell’opera erano ben diverse: probabilmente soffolta e con materiali di cava, tutt’altro che il lembo di cemento armato che ha brutalmente incorniciato il porto neroniano e il nostro tratto di litorale più bello e suggestivo.
Insomma, la verità viene a galla: l’Amministrazione Comunale (ente primo proponente del progetto), la Regione Lazio, la Soprintendenza e l’ARDIS, erano a conoscenza di quanto si andava a realizzare ed oggi, in maniera irresponsabile, la Città di Anzio si ritrova un’opera (peraltro realizzata da un ditta colpita da interdittiva antimafia) che molti già vorrebbero premiare come “ecomostro estate 2014”.
Questi stessi Enti, inoltre, sono responsabili dell’inazione che ha portato ai drammatici, ripetuti e pericolosissimi crolli della falesia, che si sono susseguiti in questi ultimi anni.
Il tempo dei rimpalli di responsabilità è finito e come Comitato, in forza della raccolta firme del 2013, pretendiamo quella Conferenza pubblica che l’Amministrazione Comunale si era impegnata a riunire entro la fine di gennaio 2014, durante l’audizione a Commissioni congiunte cui avevamo partecipato il 18 dicembre 2013.
Siamo ancora in attesa non solo della convocazione della Conferenza pubblica, ma anche dei verbali della seduta a commissioni congiunte che ci erano stati promessi dall’Amministrazione Comunale nella persona dell’Assessore Attoni, come pure dei progetti effettivi ed esecutivi del molo e degli ipotetici interventi di consolidamento della falesia sottostante il Parco Archeologico della Villa Imperiale, mentre, informalmente, ci perviene l’impegno dell’Amministrazione Comunale a convocare, almeno, un tavolo tecnico con le istituzioni coinvolte che ci veda partecipi.
Attendiamo, ma non stiamo con le mani in mano tant’è vero che abbiamo depositato due esposti per chiedere alle autorità competenti di fare chiarezza su questa vicenda.
Per il Comitato
I portavoce
Silvia Bonaventura
Chiara Di Fede
Francesco Silvia