Pd, dichiarazione di voto: “Discussione illegittima, mancato accesso agli atti”

Il gruppo consiliare contesta una serie di criticità nel rendiconto

Dal Pd è partita la richiesta di appello nominale per la votazione del bilancio. Con dichiarazione di voto il gruppo consiliare composto da Andrea Mingiacchi, Maria Teresa Lo Fazio e Ivano Bernardone ha votato contro l’approvazione del rendiconto 2013. La discussione non è stata ritenuta “legittima” per i motivi che erano già stati resi noti nella precedente seduta di consiglio, legati alla mancata consegna nei tempi previsti dal Tuel della relazione dei revisori dei conti, “con esito negativo e sottoscritta dai tre revisori, mentre il parere favorevole ad integrazione della detta relazione, firmato da due revisori dei conti su tre, è stato consegnato a 24 ore dal presente consiglio comunale. Solo oggi – dicono dal gruppo consiliare – apprendiamo di pesanti contestazioni e richieste di chiarimenti pervenute al Comune di Anzio già in data 21 marzo 2014 da parte della Corte dei Conti inerenti proprio molte delle osservazioni che da sempre solleviamo sulle condizioni finanziarie dell’ente e che sono peraltro stato oggetto di precise pronunce dei revisori dei conti nella loro relazione negativa. Anche questo documento, cruciale ai fini della discussione odierna, non è stato reso disponibile”. Nella dichiarazione di voto vengono segnalate le criticità al rendiconto della gestione 2013. “Le spese correnti sono aumentate nel corso del 2013 di circa il 14%, incidendo per un totale pari al 91,3% del bilancio, lasciando quindi le spese in conto capitale all’8,7%; le tasse sono aumentate tanto da far passare le entrate tributarie dai 32,2 milioni del 2011 ai 38 milioni del 2013, con un aumento del 20%, mentre contemporaneamente gli incassi effettivi sono passati dal 78% del 2012 al 66% del 2013; la gestione del patrimonio ha prodotto un profitto pari a 1,2 milioni di euro a fronte di mancati incassi arretrati, che si cumulano sino ad arrivare alla somma di 3,5 milioni di euro. La redditività troppo bassa del patrimonio è evidenziata e sottolineata dagli stessi revisori dei conti. Inoltre, quanto da noi più volte denunciato si riscontra ora anche nella contestazione della Corte dei Conti relativa all’assenza di un inventario aggiornato sull’effettiva consistenza del patrimonio dell’ente; anche la Corte dei Conti, come più volte ha fatto il Gruppo Consiliare del PD, segnala la condizione critica e la non chiara gestione dei residui sia attivi che passivi. Sottolineiamo che tra i residui attivi esistono ancora delle poste, quali ad esempio canoni e censi per un totale di 1.600.000 € circa, che non hanno nessuna ragione di essere. Risulta poi poco chiaro il capitolo fuori bilancio, relativamente alla segnalazione di debiti fuori bilancio in attesa di riconoscimento inoltrato con il questionario alla Corte dei Conti; l’atto ricevuto dalla Corte dei Conti evidenzia infine una serie di significative inadempienze d’ordine contabile ed amministrativo in materia di spese per il personale ed individua nella gestione deficitaria delle anticipazioni di cassa un chiaro sintomo di “difficoltà finanziarie ormai strutturali”. E’ accusata di errori nella gestione finanziaria, l’amministrazione comunale, che “insiste nel dipingere quadri idilliaci che non esistono, disattende alle norme che regolamentano i lavori del Consiglio Comunale e la discussione del bilancio e sistematicamente occulta o rendete quantomeno difficilmente acquisibili gli atti necessari a comprendere lo stato delle finanze comunali”.