Si tratta di una lettera in cui si invita a riflettere sulla necessità di separare gli incarichi burocratici dalla politica, per dare maggiori garanzie ai cittadini e ridurre sgradevoli commistioni
di Elisabetta Bonanni
Il Comandante della Polizia municipale di Nettuno Antonio Arancio ha scritto una lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al Presidente del Senato della Repubblica Grasso, al Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e, per finire, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il Comandante Arancio ha voluto dire la sua su un argomento spinoso, la riforma della Pubblica amministrazione e del connesso rischio corruzione che tutti sembrano voler contrastare, senza mai passare davvero all’azione. “Illustrissime Autorità – esordisce Arancio nella sua lettera – faccio appello alla vostra serietà, quali uomini e donne responsabili, da sempre al servizio dello Stato. Sentiamo ormai quotidianamente, inneggiare gli imprenditori della politica, al cambiamento, alle riforme, all’Europa e osservo che le riforme delle riforme riguardano sistematicamente gli stessi argomenti trattati nell’ultimo triennio, senza però dare una svolta diversa al concetto preso in considerazione. Ad esempio per quanto riguarda la Pubblica amministrazione è stato individuato nella dirigenza l’elemento chiave da modificare, l’analisi ci conduce ad una riflessione: è giusto che i dirigenti/manager siano di nomina politica? Le Asl sono allo sfascio, i comuni con l’avvento dei direttori Generali peggio che mai, per non parlare delle aziende pubbliche ecc ecc. Se questa è la base da cui partire, non possiamo che darci una risposta, o i manager nominati non erano all’altezza o gli stessi non hanno avuto abbastanza autonomia per raggiungere gli obiettivi, il perché è da ricercare, o nella forzata forma di riconoscenza politica per la quale gli obiettivi primari sono stati travisati. “Meglio la botte piena che la moglie ubriaca” (visto gli stipendi di alcuni) o nell’incapacità dei politici nell’individuazione degli stessi. In tutti e due i casi emerge l’inopportunità della variabile politica. Comunque per meglio analizzare il problema , entriamo nel particolare…
Circa un’anno fa, ci siamo trovati di fronte ad una emergenza (anche di tipo europea), la lotta alla corruzione, 70 miliardi di euro, 2 o 3 manovre finanziarie svaniti nel nulla, occorre porre rimedio al più presto, governo di emergenza, legge di emergenza , trasparenza, controlli, figure a cui dare responsabilità fra queste, nei comuni, emerge il Segretario Comunale. Nel 2014, appena qualche mese dopo l’applicazione della norma suddetta, spunta nei punti di proposta di riforma della pubblica amministrazione, l’abolizione del Segretario Comunale, e non solo, per quanto riguarda la dirigenza siamo alle solite, visto che i dirigenti “nominati”, hanno raggiunto l’obiettivo in tutti i settori, sanità, trasporti, energia, Pubblica amministrazione (PA) ecc e quindi hanno contribuito alla ricrescita del Paese, è bene che per il futuro tutti siano di nomina politica (altro punto della riforma della P.A). Sembra come se tutto, sia passato senza colpo ferire, purtroppo non è così l’emergenza corruzione non è terminata, anzi, le ultime vicissitudini hanno dimostrato che il virus c’è ed esiste e quello che più preoccupa, è che muta in continuazione (non è più solo come quello che i media ci rappresentano, la mazzetta brevi manu, è qualcosa di più complesso produce addirittura “cultura”e tende a trasformarsi nell’immaginario collettivo in normalità, arruola elettorato guidato dalle lobby di potere detentrici del consenso legate alla politica), per questo serve una cura adeguata la quale dovrà partire proprio dalla riforma della P.A., cosa seria da non confondere con gli spot elettorali/populisti. Sono consapevole che quello che auspico è quasi impossibile da ottenere, ma un giorno potrò dire ai miei figli e ai nipoti che qualcosa, magari piccola, ho provato a fare per il loro futuro.
Onorevoli Presidenti, il primo passo per l’applicazione di riforma efficace, peraltro già recepito nella vecchia legge anticorruzione (anche essa piena di lati oscuri e contraddittori, però pur sempre un’inizio), è la separazione tra potere politico/partitico e apparato burocratico e questo si può ottenere prima di tutto, abbandonando gli incarichi per nomina, creando dei percorsi e delle strutture formative adeguate e dei meccanismi di reclutamento e di controllo per i dirigenti e i funzionari, che tengano conto della meritocrazia oggettiva e non politica- opportunistica”.
Il Comandante Dir.te la Polizia Locale
Comune di Nettuno
(dott. Antonio Arancio)