“Quasi due milioni di euro alla Fondazione Cappelluti”

La denuncia del segretario del Psdi Paride Tulli

di Roberta Sciamanna

Un buco nel bilancio da 723.000 euro, dovuto ai mancati rimborsi dalla Provincia. E’ quello di cui ha parlato in conferenza stampa il segretario del Psdi, Paride Tulli, carte alla mano, relativamente alla vicenda che vede coinvolto il comune di Anzio, la fondazione Christian Cappelluti e la provincia di Roma. Il Comune ha anticipato dal 2008 al 2013 i soldi che l’amministrazione provinciale avrebbe dovuto erogare, annualmente, per la manutenzione del liceo classico.”Più di 700mila euro a fondo perduto”, ha denunciato il segretario del Psdi, ripercorrendo la storia. A partire dal 2002, data in cui i coniugi Cappelluti fanno costruire il liceo, dedicato al figlio prematuramente scomparso, su terreno comunale. “Nel 2002 c’è un atto di donazione sottoscritto da Pusceddu per il Comune – spiega Tulli – che ha come testimone Roberta Maria Michela, moglie del sindaco De Angelis. Nel 2008 avviene una seconda donazione dell’ampliamento, con testimoni il senatore Candido De Angelis e la moglie. Dal 2002 al 2005 la manutenzione è affiata all’impresa costruttrice del Comune mentre nel 2005 viene affidata, senza gara e con delibera di giunta, alla fondazione Cappelluti, togliendola all’impresa costruttrice”. Un primo abuso, a detta del segretario, che contesta la convenzione stipulata con la Provincia già nel 2002. “La Provincia prende in carico i costi della manutenzione per 69.600 euro l’anno, fino al 2006 – continua – e dal 2007 i costi passano a 134.400 per poi diventare 143.400 inclusi i costi del riscaldamento”. Siamo al 2007, quando la giunta fa una delibera nella quale si sottoscrive che la fondazione predisporrà la rendicontazione sull’utilizzo dei fondi provinciali e autorizza il dirigente ad anticipare, in caso la Provincia non rispettasse quanto previsto dalla convenzione, la somma di 143mila euro. “Da gennaio 2009 – prosegue Tulli – il costo della manutenzione viene stabilito a 174.400 euro, revisionabile  ogni anni, praticamente senza più limiti. Altri 30mila euro vengono dal Comune per la biblioteca, a fondo perduto. Se la Provincia non li versa, ci pensa il Comune. Una cifra non quantificata da inserire nel bilancio comunale ogni 10 anni e in perpetuo per opere straordinarie decise dalla fondazione. Nessun ente pubblico dà in affidamento perpetuo un contratto di manutenzione, neanche per le cappelle gentilizie”. Oggetto delle perplessità del segretario anche l’affidamento del parcheggio antistante la scuola alla fondazione, i due posti auto del parcheggio che passano in proprietà alla fondazione e i locali all’interno della scuola usati come uffici della fondazione. “Nel 2009 – dice Tulli – Pusceddu comincia ad anticipare la rata di manutenzione a fronte della Provincia che nega i fondi per mancato riscontro nelle fatturazioni e per il fatto che le fatture venivano inviate direttamente dalla Fondazione Cappelluti, non riconosciuta dalla Provincia come controparte della convenzione, fatta esclusivamente con il Comune di Anzio”. Arriviamo al 2014. “Facendo una somma negli anni, le cifre finora versate alla fondazione dal Comune sono pari a 1.721.000 euro, 723.000 dei quali non sono stati più rimborsati, come ha accertato anche il dirigente Pusceddu in una nota della Ragioneria Generale del 17 marzo 2014. Le fatturazioni che la Provincia contesta sono effettivamente anomale. Solo nel 2010 sono stati spesi 50mila euro per le piante. Cifre esagerate, se si pensa ad esempio che per l’alberghiero, composto da tre edifici, si spendono 60mila l’anno. Qui è stato il Comune a fare beneficenza ai Cappelluti, non viceversa. Perché la fondazione invece di continuare a donare si riprende quello che ha donato, con gli interessi?”. Dal Psdi è arrivata, in chiusura conferenza, la richiesta di revisione totale delle condizioni di rapporto tra Comune e Provincia, oltre “a un taglio netto degli extra. Per la manutenzione si deve tornare a pagare quanto previsto dalla convenzione. Per quanto riguarda i soldi anticipati per la Provincia, invece, è certo che non rientreranno nella casse comunali“.