Il ricorso è stato presentato al Tar del Lazio il 17 giugno, contro il comune di Anzio, dalla “Earth”, (Associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti animali), che chiede l’annullamento parziale dell’ordinanza balneare emessa dal dirigente dell’area Economica limitatamente all’articolo 4 che “vieta ai conduttori di animali di poter accedere alle spiagge libere durante la stagione balneare”. Nello specifico, al comma 7 dell’articolo in questione, si legge che “nel periodo intercluso dal 1° maggio al 30 settembre è vietato (eccetto che nelle aree di accoglienza appositamente attrezzate dal Comune o dai concessionari), condurre o far permanere –qualsiasi animale, anche munito di museruola o guinzaglio, ivi compresi quelli utilizzati da fotografi o cineoperatori. Sono esclusi dal divieto i cani da salvataggio e i cani guida per i non vedenti purché tenuti al guinzaglio”. Il Comune da parte sua ha deciso di costituirsi nel giudizio proposto dalla presidente dell’associazione Valentina Coppola, dando incarico all’avvocato Michele Lo Russo. Il tutto con un impegno di spesa di 3.806 euro.