Anzio- Polizia locale senza pace: Schioppa chiede i danni

Il comune di Anzio ha assegnato l’incarico legale all’avvocato Luigi Cerchione per costituirsi nel ricorso proposto al tribunale di Velletri, sezione Lavoro, da Bartolomeo Schioppa, ex comandante della municipale. Il ricorso contro il Comune è stato notificato lo scorso mese di giugno. Schioppa chiede i danni, vale a dire la differenza di stipendio tra le retribuzioni al momento della sospensione e quelle effettivamente erogate in quel periodo. L’ex comandante della polizia municipale di Anzio – che prima ancora lo era stato di quella di Ravenna – era stato condannato dalla Cassazione per corruzione e a seguito della condanna in appello era stato sospeso dall’incarico e spostato in un altro ufficio. La vicenda risale al 2010, quando l’ex direttore generale del comune di Anzio Franco Pusceddu, assegna l’incarico di comandante del corpo dei vigili urbani a Schioppa. Al momento dell’assunzione l’amministrazione neroniana non è a conoscenza del fatto che su Schioppa già dal 2009 pendeva una condanna per truffa e falso in primo grado. Da un’indagine della Guardia di Finanza, quando era comandante a Ravenna aveva beneficiato di acquisti di favore di auto e pezzi di ricambio dai concessionari che fornivano i veicoli al corpo della municipale. A febbraio dello scorso anno era arrivata la condanna in via definitiva per Schioppa a due anni e otto mesi di reclusione per corruzione. A quel punto anche il Comune di Anzio lo rimuove dall’incarico e lo sposta in un altro ufficio. Il 6 maggio del 2013 si è messo in moto l’ufficio provvedimenti disciplinari per aprire “il procedimento a carico del dirigente, e lo stesso veniva convocato per il contradditorio” e concludere che il “dottor Schioppa può riprendere regolarmente servizio”. L’amministrazione, collocando i reati in data antecedente (risalgono a prima del 2005) alla riforma della pubblica amministrazione del 2009, stabilisce “che al caso de quo non può essere applicata la legge Brunetta, entrata in vigore diversi anni dopo la commissione dei fatti” e che prevede il licenziamento in presenza di una condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Invece la normativa applicabile al caso secondo la giunta Bruschini è quella del2001, inbase alla quale “il licenziamento deve essere disposto solo a seguito di una condanna per un periodo superiore a tre anni”. Schioppa, dopo una sospensione, è tornato al suo posto, ma in seguito alla condanna, non potendo ricoprire ruoli di vigilanza e gestione, per lui è stata creata una carica ad hoc con compiti di analisi e studio di norme e regolamenti locali. Adesso il comune deve fare i conti con il ricorso presentato dall’ex comandante e la cui udienza è prevista per l’11 novembre prossimo. Per l’incarico all’avvocato difensore sono stati impegnati 4.440 euro.