Centinaia di firme e una protesta che ha smosso l’opinione pubblica arrivando, nei giorni scorsi, in consiglio comunale. E’ la storia di Umberto Muneroli, gestore assieme alla moglie di un chiosco a lido Garda, in largo Caboto ad Anzio, del quale è proprietaria Stefania Trippa. Nelle scorse settimane, ai due è stato tolto il permesso di somministrare alimenti e bevande, limitando l’attività del chiosco alla sola destinazione d’uso di edicola. Una decisione che ha mandato in ginocchio la famiglia già alle prese con problemi economici, un figlio autistico e debiti sulle spalle. E’ scattata, quasi immediatamente, una petizione che ha trovato sostegno in tantissimi cittadini, con la quale si chiede all’amministrazione comunale di rivedere il provvedimento e permettere ai due coniugi di lavorare. “Fateci lavorare – fate un piano chioschi”, era scritto nel cartello con il quale Muneroli si è presentato in consiglio comunale, venerdì scorso, chiedendo l’attenzione delle istituzioni. Diversi consiglieri comunali hanno preso a cuore la questione. Hanno messo la propria firma sulla petizione – con cui si chiede il cambio di destinazione dell’attività – anche Giuseppe Ranucci, Cristoforo Tontini, Andrea Mingiacchi, il segretario del Pd Giovanni De Micheli. Sull’amministrazione, in quell’occasione, è stata fatta pressione per l’approvazione di un piano dei chioschi che si attende da anni. “I cittadini stanno dimostrando grande sensibilità nei confronti del problema dei chioschi – spiega Umberto – Noi chiediamo solo di poter lavorare. Con la nostra voglia, determinazione e anche disperazione stiamo cercando di portare alla ribalta una grande lacuna dell’amministrazione comunale in merito ad un piano chioschi bloccato da 20anni circa”.
Durante il consiglio di venerdì scorso consiglieri come Ranucci, nonostante il caos legato all’occupazione da parte dell’opposizione, dopo aver preso la parola per criticare la situazione del numero legale, ha sollecitato la definizione di un piano chioschi denunciando la condizione del chiosco del lido Garda come quello di Tulli sulla riviera Zanardelli e l’altro sul Lungomare delle Sirene. La raccolta firme prosegue