Nessuna sala giochi in prossimità di una scuola. Serve un regolamento ad hoc

Aprilia- Carmen Porcelli, capogruppo di Sel, chiede atti conseguenziali alla firma del manifesto dei sindaci sulla ludopatia: «E’ la Regione Lazio ad imporcelo. Si prendano provvedimenti. Subito»

«Serve un regolamento edilizio che stabilisca l’esistenza di luoghi sensibili in città per evitare che sale gioco e sale scommesse vengano insediate in prossimità di luoghi quali scuole, strutture socio sanitarie, luoghi di aggregazione giovanile e strutture ricettive per categorie protette. E’ un dovere morale per questa amministrazione che con una mano firma il Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo, mentre con l’altra sembra non lesini a considerare l’apertura di simili attività in spazi del centro urbano poco adatti». Il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista e Primavera Apriliana, Carmen Porcelli, torna ad intervenire su un fenomeno che nella città di Aprilia

«Il Consiglio regionale del Lazio – afferma in una nota l’esponente del centrosinistra – ha approvato a fine luglio scorso una specifica legge che disciplina la collocazione delle sale da gioco, preservando le cosiddette aree sensibili (scuole, ospedali, luoghi di culto, centri sociali e anziani) e prevedendo delle premialità per gli esercizi che rimuovano o non installino slot machine o videolottery. Pur avendo preso il Comune di Aprilia una posizione forte contro le ludopatie, firmando il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” sottoscritto già da oltre 300 comuni italiani tra cui Milano e Torino e, nel Lazio, da Sermoneta e Sabaudia, l’amministrazione non sembra essere conseguenziale allo spirito di un atto che è stato votato dall’intero consiglio comunale e che ha finito per ispirare il regolamento Iuc, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 15 del 10 aprile 2014, nel quale è stato inserito – grazie all’impegno del centrosinistra – sgravi fiscali per le attività commerciali che decideranno di disinstallare apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro. I comuni italiani sottoscrivendo quel documento hanno chiesto di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno del gioco d’azzardo patologico, ma come lo si contrasta se poi non si corre ai ripari stabilendo dei limiti all’insediamento di queste sale giochi e scommesse relativamente ai luoghi?».

Secondo il dossier Azzardopoli 2.0 redatto da Libera, in provincia di Latina si spendono annualmente 1160 euro per i giochi d’azzardo, in prevalenza slot machines (750 euro). «Giochi come il bingo, il superenalotto, il gratta e vinci, le slot machine, le scommesse, l’ippica e il lotto possono degenerare in una devastante forma di svago che, in un momento come quello che stiamo vivendo sotto l’aspetto economico e sociale, mette in uno stato di grave difficoltà sempre più famiglie.

«A quell’ordine del giorno, invece – incalza la consigliera di Sel – l’amministrazione ha fatto seguire la comunicazione che la Regione Lazio ha approvato un Avviso Pubblico avente ad oggetto Contributo fino a 150 mila euro per realizzazione di un progetto di supporto alle azioni regionali per la prevenzione dei rischi dovuti al gioco d’azzardo patologico. Invece cosa intende fare sul territorio fattivamente per arginare la piaga del gioco non è dato sapere».

«Mi auguro che nel caso in cui fossero state presentate richieste per la nascita di nuove attività per sale giochi e scommesse sul territorio comunale – conclude la consigliera Carmen Porcelli – si prendano in considerazione gli atti votati dal consiglio comunale, troppo spesso dimenticati, e le disposizioni in materia approvate dalla Regione Lazio; nonché si provveda al più presto ad adeguare il regolamento edilizio comunale per quanto riguarda la definizione di aree sensibili per derogare all’insediamento di questa tipologia di attività in prossimità di scuole, ospedali e luoghi pubblici frequentati da categorie a rischio».