La Capo d’Anzio Spa “sfratta” gli ormeggiatori

Con una lettera la Spa che dovrebbe realizzare il porto “invita” le cooperative a liberare le aree occupate

Il porto di Anzio

E’ stata recapitata ieri alle cooperative di ormeggiatori neroniane Sant’Antonio e Piccola Pesca una lettera, inviata dalla Capo d’Anzio, in cui la Spa annuncia che la Regione ha provveduto a consegnare alla società per azioni, che dovrebbe realizzare il nuovo bacino portuale, la totalità delle aree demaniali del bacino. Pertanto, proprio la Capo d’Anzio è da considerarsi “l’unica concessionaria demaniale marittima nell’ambito portuale di Anzio”. Chiarita questa posizione la Capo d’Anzio invita gli attuali gestori prima a firmare una liberatoria per la sicurezza delle zone (la cui mancata sottoscrizione costringerebbe la stessa Spa a chiedere l’interdizione dell’area e la cessazione immediata delle attività che vi si svolgono) e, infine, a liberare le aree demaniali attualmente occupate a partire dal prossimo primo ottobre. In sostanza, con poco meno di 20 giorni di anticipo, si annuncia agli ormeggiatori che dovranno lasciare libero il bacino. Una comunicazione che ovviamente ha lasciato sorpresi e amareggiati gli ormeggiatori, che si sono immeditamente rivolti ad un avvocato per chiarire la situazione e capire cosa fare (spostare 400 imbarcazioni non è la cosa più semplice del mondo e non si possono non considerare i diritti di chi ha pagato il fermo fino alla fine dell’anno). La prima questione da sollevare è il fatto che anche le cooperative hanno pagato la tassa di concessione alla Regione fino al 31 dicembre e che hanno anche loro una regolare concessione regionale. Un documento che, lo ricordiamo, grazie alla normativa europea, è prorogabile per altri sei anni. Non solo. I concessionari hanno anche siglato un protocollo con il Comune di Anzio che prevede il riassorbimento di tutta la forza lavoro, in aderenza con il progetto originario di realizzazione del bacino. Tuttavia, alla luce di due bandi per la vendita dei posti auto sostanzialmente falliti (meno di 30 le richieste di acquisto di posti barca che sono state presentate) e della gara per la realizzazione del bacino andata deserta, la situazione della realizzazione del progetto da una fase di stallo è passata a quella di un’inversione nel cronoprogramma di realizzazione. I lavori, infatti, non inizieranno più dalla banchina esterna (dove sarebbero stati realizzati anche i nuovi cantieri navali), ma proprio dall’area destinata agli ormeggi. Le cooperative di ormeggiatori sono pronte a dare battaglia e far valere i propri diritti, resta l’amaro in bocca per una concertazione mai avviata tra le parti e una comunicazione formale e repentina che si sarebbe potuta evitare avviando un dialogo formale tra le parti.