Anzio – Ormeggiatori, il “mistero” della doppia concessione regionale

La Pisana ha concesso gli stessi spazi alle cooperative e alla Capo d’Anzio ed ha riscosso gli oneri da entrambe

Il porto di Anzio

Mentre le cooperative degli ormeggiato di Anzio (La Sant’Antonio e la Piccola Pesca) si preparano a controbbattere tramite il proprio legale alla richiesta della Capo d’Anzio Spa presieduta da Luigi D’Arpino, alla richiesta di lasciare liberi gli spazi sulle banchine in concessione entro il primo ottobre, resta in piedi il mistero della doppia concessione rilasciata dalla Regione Lazio. Infatti la Capo d’Anzio chiede alle cooperative di ormeggiatori di andare via poiché, si legge nella lettera inviata nei giorni scorsi, “la Capo d’Anzio su indicazione della Regione è da considerarsi l’unica concessionaria demaniale marittima nell’ambito portuale di Anzio”. A spiegare il dettaglio di questa frase lo stesso D’Arpino. “Abbiamo pagato alla Regione – dice – una somma pari a 850mila euro per la concessione delle banchine e ora ne reclamiamo l’utilizzo, perché altrimenti ci possono contestare un danno erariale. Ovviamente questo non vuol dire che non salvaguarderemo i posti di lavoro”. Non solo. D’Arpino sottolinea anche che ha dovuto procedere alla comunicazione del subetro della Capo d’Anzio a livello di concessione, proprio perché la Regione Lazio stessa, pur avendo sottoscritto questa novità a livello formale, si è guardata bene da darne comunicazione ai soggetti interessati. Eppure anche le cooperative hanno i documenti per la concessione dell’area che occupano in regola fino al 31 dicembre e con un accordo che, secondo la normativa europea, dovrebbe essere automaticamente rinnovabile per altri sei anni. Resta da capire come mai la Regione abbia dato in concessione gli stessi spazi a due soggetti diversi nello stesso periodo di tempo e, ancora più grave, come mai abbia intascato gli oneri concessori sia dal Comune che dalle cooperative. Una situazione ingarbugliata, che si potrebbe dover risolvere avviando un dialogo costruttivo tra le parti, magari ad un tavolo di confronto. Anche se sembra che i rapporti tra ormeggiatori e Capo d’Anzio non siano tra i più cordiali. “Se davvero hanno le concessioni in regola – spiega D’Arpino – ce le portino a far vedere, terremo certamente in conto una situazione di diritto acquisito ma non avremo tolleranza per chi vuole mantenere delle rendite di posizione e non vuole collaborare con la realizzazione del nuovo bacino portuale”. E proprio dalle banchine degli ormeggiatori dovrebbero partire i lavori (grazie all’inversione del cronoprogramma di realizzazione dovuto al fatto che il bando di gara per l’opera è andato deserto). Si inizierà togliendo gli attuali pontili in legno, logori e decisamente vecchi, che saranno sotituiti con dei moli moderni e meglio ancorati. Tra le idee messe in cantiere anche dei box a griglia per imbarcazione di piccole e medie dimenzioni, da poter ospitare senza che siano immerse in acqua sul modello di quelli utilizzati a Miami. Un’idea che potrebbe portare introiti notevoli senza costi eccessivi per la manutenzione. Si è partiti con una contesa e probabilmente con il piede sbagliato, ma sembra certo che qualcosa al porto si stia finalmente muovendo.