E’ già polemica nel Pd sulla nomina del vice Presidente
Secondo i primi calcoli che circolano a palazzo Valentini, in attesa di conferma da parte dell’ufficio elettorale, la composizione del consiglio della Città metropolitana dovrebbe essere questo: 14 eletti Pd, 4 Forza Italia, 2 Nuovo centro destra, 2 Movimento 5 stelle, 1 Fdi e 1 Sel. Ecco, quindi, la composizione del nuovo consiglio della Città Metropolitana. Per il Pd risultano eletti Mirko Coratti, Svetlana Celli, Mauro Alessandri, Michela Califano, Marco Palumbo, Gianni Paris, Pierpaolo Pedetti, Orlando Corsetti, Danilo Sordi, Pasquale Boccia, Massimiliano Borelli, Dario Nanni, Antonio Stampete, Federico Ascani. Per Forza Italia: Andrea Volpi, Massimiliano Giordani, Ignazio Cozzoli, Carlo Eufemi. Per il Movimento 5 stelle: Emanuele Dessì e Enrico Stefano. Per Ncd: Alessandro Priori e Marco Pomarici. Per Fdi: Marco Silvestroni. Per Sel: Gemma Azuni. Organi della Città metropolitana, lo ricordiamo, sono il «sindaco metropolitano», il «consiglio metropolitano» e la «conferenza metropolitana». L’incarico di sindaco metropolitano, di consigliere metropolitano e di componente della conferenza metropolitana è svolto a titolo gratuito. Il sindaco metropolitano è – per decreto – il sindaco del comune capoluogo: dunque la carica verrà assunta da Ignazio Marino. Il consiglio metropolitano è composto dal sindaco metropolitano e da un numero di consiglieri variabile in base alla popolazione (da 24 a 14). Si tratta di un organo elettivo di secondo grado che dura in carica 5 anni. Sulla nomina del vice, che spetta proprio a Marino, il sindaco ha già detto la sua. «Devo attendere i risultati delle elezioni ma ho la ferma volontà di uscire da ogni schema e scegliere sia per il vicesindaco sia per i delegati delle aree strategiche le persone che più si dimostreranno interessate, appassionate, diligenti per il ruolo che dovranno svolgere. Quindi – ha aggiunto il primo cittadino di Roma – capacità e impegno e spero di ottenere i risultati, non accordi sulle poltrone. Sono orientato – ha proseguito Marino – a scegliere la candidatura che sarà più rappresentativa in termini di capacità professionale in termini di capacità lavorativa e di visione di una città che deve guardare al 2025 e non alle correnti nate nel secolo scorso». Una posizione poco chiara sulle sue intenzioni, che ha già aperto il dibattito nel Pd tra l’opportunità di scegliere un vice romano o un esponente della provincia (come chiedono non solo dal Pd ma anche dalle forze di minoranza). «Io credo che, al di là dei posizionamenti politici, il vicesindaco debba essere espressione della Provincia», ha detto il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori, che è anche consigliere comunale a Zagarolo. Lo stesso dicasi per Mauro Alessandri, sindaco del Pd di Monterotondo e in pole position per la carica di vicesindaco metropolitano: «Se dobbiamo costruire insieme qualcosa di nuovo la responsabilità se la devono assumere sia Roma che la sua ex provincia».