“Non ho dato in escandescenza, ma pretendo vengano rispettati i miei diritti. Sono una persona educata e rispettosa delle leggi e dei regolamenti, esistono ancora due gradi di giudizio prima di essere colpevoli, quindi è giusto che i fatti vengano riportati correttamente”. A parlare è l’ex assessore ai Servizi Sociali, Italo Colarieti, che nei giorni scorsi era stato in Comune per questioni legate all’ordinanza di chiusura dell’hotel Succi. “C’è stato un momento di tensione, che è umana, ma da qui a dire che ho dato in escandescenze è un altro discorso, non voglio passare come l’ex assessore che usa la sua vecchia carica per poter fare quello che crede. Vi racconto come è andata quella mattina. Sono entrato in Comune negli orari di apertura al pubblico, ho chiesto un incontro con la responsabile dei Servizi Sociali per una procedura legale che ho con la proprietà dell’hotel Succi. Mi è stato chiesto di prendere un appuntamento, ma il problema che ho è urgente e la questione delicata. A quel punto ho insistito per essere ricevuto ed è arrivata una guardia giurata assieme a tre vigili. Non ho urlato, ho solo un tono di voce molto alto. Mi sono seduto e ho aspettato di essere ricevuto, fino a che è arrivata l’assessore Cafà. Sono entrato e ho esposto le mie problematiche, non ho mancato di rispetto a nessuno. Se non mi avessero ricevuto avrei portato i documenti in Finanza. C’è un’ordinanza di chiusura su una struttura che non viene fatta rispettare, c’è un grave pericolo sanitario all’interno di quell’edificio che mi è stato affittato quando non poteva essere fatto. I miei diritti vanno rispettati, ho dovuto mettere al corrente la pubblica amministrazione di quanto sta succedendo. Mi spieghino loro perché l’hotel è ancora aperto”. E sulla condanna in primo grado per abuso d’ufficio nei suoi confronti, Colarieti ribatte “Non c’è una prova scritta, non ci sono indizi, ci sarà un appello, poi vedremo chi è il colpevole. Sappiate che io sono vivo più di prima”.