Anzio- Sel si oppone alla discarica di Velletri. “Sindaco receda da Acqualatina”

No al progetto della nuova discarica di Velletri. “Non possiamo continuare ad affidare ciecamente i nostri servizi fondamentali a dei privati – denuncia il circolo Sel di Anzio – ad imprenditori senza scrupoli che pongono il proprio profitto innanzi alla salute pubblica. Pretendiamo che il Comune di Anzio, nella persona del Sindaco Bruschini, receda immediatamente da ogni rapporto con la società Acqualatina Spa e restituisca le competenze ai rispettivi Uffici Tecnici Comunali o ad una Autorità di Bacino pubblica al 100%”. Sì, dunque, all’applicazione delle decisioni referendarie sulla ripubblicizzazione dell’acqua “su cui si sono espressi oltre 25.000.000 di cittadini a favore”, proseguono da Sel: “Metti che un giorno si scopre che un particolare elemento presente in moltissimi manufatti sia una sostanza pericolosissima per la salute umana. Metti che questa scoperta capiti tra le mani di un alacre imprenditore le cui industrie lavorano questo elemento con profitti elevatissimi. Metti che l’imprenditore, spaventato da un crack economico delle sue aziende, vada a parlare con un ministro. E metti che questo ministro, d’accordo con l’imprenditore, decida di non divulgare la notizia o di farla circolare solo in ambienti ristretti e fidati. Ecco questa è la storia dell’amianto, taciuta per decenni alla popolazione che nel frattempo si è avvelenata e tanti sono morti per la mancata informazione. Metti che oggi un imprenditore scopre che una sostanza presente nell’acqua che rifornisce le città di Aprilia, Anzio, Nettuno risulti altamente tossica. Metti che, spaventato per il rischio dei suoi profitti altissimi, chieda di far tacere la notizia e di innalzare i livelli di tolleranza “per decreto legge”, ottenendoli. Metti che la popolazione di questi Comuni beva, ignara, acqua inquinata per anni, forse decenni. Metti che un giorno l’Europa imponga di abbassare i limiti troppo alti perché al di sopra della tolleranza per l’organismo umano. Metti che l’incidenza delle malattie indotte dall’inquinamento subiscano un’impennata senza precedenti. E metti che donne, uomini e bambini si ammalino al punto di morire. Ecco, questa è la storia dell’Arsenico. Infine… Metti che un giorno nella stessa acqua finiscano altre sostanze che ne aggravino la qualità. Metti che lo stesso imprenditore, di nuovo, chieda di non divulgare la notizia. Metti che, di nuovo, la notizia circoli solo in ambienti ristretti e selezionati. Metti che la popolazione, ignara, continui a bere questa acqua inquinata da tutte queste sostanze tossiche. E metti che aumentino i malati terminali tra donne, uomini e bambini… Ecco, questa storia non è ancora accaduta, ma potrebbe accadere”.