C’è accordo sulla conservazione della natura pubblica della società Capo d’Anzio spa. Era partita come mozione ed è stato approvata, infine, come ordine del giorno, dopo una riunione lampo dei capigruppo durante il consiglio comunale. Documento, su proposta di Ivano Bernardone, che impegna il sindaco e la giunta ad attivarsi affinché la ripatrimonializzazione della Capo d’Anzio venga effettuata entro il 21 dicembre, dando atto a una serie di azioni tra le quali la convocazione del Cda della società per deliberare la ricostituzione del capitale sociale, l’inserimento nel bilancio comunale nei termini e nei modi consentiti dalla legge le risorse necessarie a coprire la quota comunale di ricapitalizzazione, la riconferma della maggioranza pubblica della Capo d’Anzio Spa e il mantenimento delle quote esistenti. Non è stato facile arrivare a mettere tutti d’accordo, in consiglio, sulla necessità di conservare la natura pubblica della Capo d’Anzio. Riserve, all’inizio del dibattito, sono arrivate proprio dal primo cittadino che rivolgendosi a Bernardone ha spiegato che non è così facile modificare lo statuto della società. “Per un atto del genere serve il 71% dei soci, e se non sono d’accordo entrambi i soci non si può fare. La società – ha detto Luciano Bruschini – deve sopravvivere così com’è, mettendo in moto tutti i processi per la messa in sicurezza. Dobbiamo mettere la Capo d’Anzio nelle condizioni di avere entrate immediate, e portare avanti attività che creino i presupposti per sopravvivere. Apprezzo la buona volontà dell’opposizione ma la cornice non è quella giusta. Io non posso modificare lo statuto e il contratto della società. Andiamo avanti per la strada intrapresa, per questo abbiamo spostato il crono programma di sei mesi, in modo da avere il tempo necessario per trovare le entrate”. E’ intervenuta, in risposta, il consigliere Maria Teresa Lo Fazio. “La ricapitalizzazione avviene attraverso il finanziamento dei soci. Se mi dite che i soldi non ci sono, significa che il Comune questi soldi non li ha. Come si pensa di coprire queste perdite? A questo punto portiamo tutto in tribunale”. E Bruschini: “La società sta nelle stesse condizioni di due anni fa. Le spese sono in bilancio. Ripeto, con le entrate possiamo andare avanti”. Sulla necessità di ripianare le perdite ha insistito Bernardone. “La necessità di ripianare le perdite è stata ribadita dal Mef, dai revisori dei conti, dal consiglio di amministrazione della Capo d’Anzio”. Il sindaco ha spiegato subito che “il Comune i soldi non li potrà mettere mai, perché la legge non lo consente”. A questo punto è stato il consigliere Candido De Angelis a chiedere che venga fatta chiarezza, una volta per tutte, sulla strategia di adottare. “Sindaco, sembra di giocare a Monopoli, dovete spiegarci cosa avete intenzione di fare. E’ il quarto ordine del giorno che si fa sul porto e sulla necessità di mandare fuori il privato, ma ad oggi non è stato fatto nulla. Era stato preso l’impegno, già nei precedenti consigli, di avviare le procedure per la ripubblicizzazione”. Bruschini: “La truffa è stata quando ci hanno detto che Italia Navigando era tutta pubblica”. Anche Bernardone ha chiesto quali sono le azioni concrete messe in campo e che diano alla città “la garanzia che si sta procedendo verso la ripubblicizzazione. Siamo tutti d’accordo che la natura pubblica del porto va preservata. Il 30 ottobre ci era stato garantito che sarebbe stato fatto il possibile per arrivare a questo”. Ha concluso il consigliere Giuseppe Ranucci. “Va condiviso un documento unitario. Forse è la prima volta che il Pd si dimostra favorevole a questo progetto”.