Interrogazione dei consiglieri comunali Bernardone, Mingiacchi e Lo Fazio
I consiglieri del Pd interrogano dopo il caso delle bollette dirette ai cittadini di Anzio per “deposito cauzionale” e “conguagli”. “Nella recente bollettazione di Acqualatina diretta ai cittadini viene richiesto, a titolo di “deposito cauzionale”, il versamento di cifre significative ed ulteriori oltre quelle relative ai consumo – denunciano i tre consiglieri Ivano Bernardone, Maria Teresa Lo Fazio e Andrea Mingiacchi – tale richiesta discenderebbe dall’applicazione di nuovi criteri desunti da una delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e Sistema Idrico. Dalla lettura di ulteriori delibere dell’AEEGSI emerge invece che la richiesta di Acqualatina è infondata. Il gestore non può richiedere il deposito cauzionale se non ha adottato e pubblicato, una Carta dei servizi conforme alla normativa in vigore. L’ultima modifica della Carta dei Servizi dell’ATO 4 risale al 2012, quindi non è adeguata alla normativa vigente e non ricorrono i presupposti per la richiesta di Acqualatina. In pratica quella di Acqualatina appare come una modifica unilaterale dei termini contrattuali già in essere, cosa ovviamente non ammissibile”. Per quanto riguarda i conguagli non dovuti “il 7 agosto la Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4 ha votato una delibera che ha consentito ad Acqualatina di ripartire tra i cittadini, attraverso l’aumento della tariffa, circa 43 milioni di euro di conguagli non dovuti necessari al ripianamento dei propri bilanci e peraltro di non corrispondere ad enti pubblici suoi creditori circa 46 milioni di somme e canoni che non ha mai versato; Il Sindaco di Anzio era assente e non ha partecipato al voto; se avesse votato in coerenza con quanto più volte deliberato dal Consiglio Comunale, la delibera non sarebbe stata approvata”. I consiglieri insistono anche sul fatto che il consiglio si è ripetutamente pronunciato per la ripubblicizzazione del servizio idrico e l’uscita da Acqualatina. “Al riguardo è di estremo interesse conoscere gli esiti dei lavori già prodotti dalla specifica Consulta e consentire il loro completamento ove necessario. A circa tre anni dal dibattito in sede di Consiglio Comunale in cui si concordò di procedere alla modifica dello Statuto Comunale non è stata ancora ratificata l’integrazione dello statuto con l’inserimento del principio di tutela dell’acqua come bene comune inalienabile”. Nell’interpellanza si chiede se “si intende riavviare e completare i lavori della Consulta per l’Acqua Pubblica ed ottenere in particolare una relazione in merito alle azioni necessarie e possibili ai fini della ripubblicizzazione del servizio idrico nonché il testo della modifica da apportare allo statuto comunale fortemente sollecitata dalla popolazione di Anzio anche mediante mobilitazioni e raccolte firme; per quali ragioni il Sindaco di Anzio o un suo delegato, non hanno partecipato alla Conferenza dei Sindaci che ha approvato l’indebita imposizione di ingiustificati aumenti delle tariffe e se l’amministrazione di Anzio ha avviato o intende avviare, anche con altri comuni interessati, le necessarie azioni per opporsi a tale illegittimo provvedimento; se e quali azioni sono state attivate o si intende finalmente avviare per tutelare i cittadini di Anzio rispetto alle difficoltà dilaganti per effetto delle indebite maggiorazioni della bolletta come avviene con la richiesta di nuove somme per deposito cauzionale, per gli inaccettabili distacchi dell’acqua per i ricorrenti guasti e disservizi e le immani difficoltà nel rimuoverli”.