Porto, il Pd: “Vogliamo vedere il piano industriale”

Chiedono risposte scritte al presidente della Capo D’Anzio. Vogliono vedere il piano industriale e conoscere le previsioni dei costi del nuovo porto. “Il Pd ha partecipato alla Conferenza Stampa indetta dalla Capo d’Anzio S.p.A. – dicono dal Pd – sabato scorso a Villa Sarsina. Siamo stati presenti nella convinzione di ricevere alcune risposte relative alla realizzazione del futuro progetto del porto e nella speranza di poter porre alcune domande e ricevere le relative risposte sui flussi finanziari che dovrebbero essere alla base del piano finanziario utile alla realizzazione dello stesso. Visto l’andamento caotico della conferenza che si è risolta in battibecchi poco piacevoli tra il presidente D’Arpino – che per il ruolo che ricopre, rappresentando il Comune, non doveva scendere a certi livelli – e alcuni partecipanti, poniamo per iscritto le nostre domande. Nutriamo la speranza di ricevere risposte chiare ed esaurienti. L’attivazione della concessione genererà un flusso di cassa che nel 2015 noi stimiamo in 1,5/2 milioni di Euro, destinati a crescere nel triennio, in proporzione al possibile aumento di posti barca da vendere e/o affittare. Il piano industriale della Capo d’Anzio dovrebbe chiarire tutti questi aspetti, spiegando per il prossimo triennio quali sono i flussi di cassa previsti e quali sono gli investimenti per ciascun anno. Il presidente D’Arpino non ha fatto nessun riferimento al piano industriale della società. Noi sappiamo che allo stato attuale il Consiglio d’amministrazione ha abbattuto il capitale da 500.000 euro a 70.000, depauperando fortemente la società. Sempre D’Arpino non ha accennato al fatto che nel 2015 occorre ripagare gli oltre 800.000 euro dovuti per la fideiussione, pagare gli oneri concessori e far fronte alle spese di gestione per un totale di circa 1 milione e 200.000 euro che azzereranno o quasi il cash flow 2015. Prendendo atto del nuovo cronoprogramma, vorremmo conoscere la previsione di costo necessaria a realizzare gli investimenti nelle tre fasi e la stima dei flussi di cassa necessari a sostenere questi investimenti. La risposta data in conferenza stampa dal presidente Luigi D’Arpino, su precisa domanda rispetto alla conferma del mantenimento dell’atto d’obbligo, ci fa supporre che le opere in esso previste, verranno scaglionate nelle tre fasi descritte nel nuovo cronoprogramma e quindi inseriti nel Piano Industriale che speriamo la società presenti al più presto.
Crediamo che il Presidente D’Arpino se veramente è convinto di quello che ha detto in conferenza stampa non avrà nessuna difficoltà a rispondere a noi e a tutta la cittadinanza a queste semplici domande e in particolare ad illustrarci il piano industriale”.