“L’esperienza amministrativa è arrivata al capolinea”. A parlare, a poche ore dal ritiro delle dimissioni del sindaco Alessio Chiavetta, sono i consiglieri Lorena Migliaccio (lista civica) e Matteo Selva (Pd), che prendono le distanze dal primo cittadino e motivano l’allontanamento soprattutto con il mancato confronto. “A due anni dalla riconferma elettorale e a poche ore dalla scadenza dei venti giorni dalle dimissioni di Alessio Chiavetta, prendiamo atto, attraverso una mail del sindaco, che le cose da fare sono tantissime e che quelle fatte sono quasi nulle. Per dovere di cronaca, in un incontro con il primo cittadino svoltosi lo scorso dicembre, chiedevamo un cambio di passo e chiedevamo, inoltre, di creare un metodo di condivisione che ci garantisse di essere tutti parte integrante di uno stesso progetto politico.Come ricordato già in altre occasioni, infatti, l’idea di costituire un gruppo trasversale all’interno della maggioranza era nato al solo scopo di rappresentare uno stimolo per l’azione amministrativae recuperare il consenso perduto. Al Sindaco, con il quale c’era stata piena sintonia sui temi esposti, avevamo ribadito inoltre la necessità di ricompattare la maggioranza su alcuni punti fondamentali. I nostri non erano ricatti, ma furono bollati come tali. Vivevamo un disagio nei confronti della Città ed è per questo che chiedemmo chiarezza e che le decisioni dell’amministrazione passassero tutte in maggioranza, e non tra i soliti tre o quattro “consiglieri” personali del Sindaco. Prendiamo atto che in questi venti giorni, i problemi sono rimasti indiscussi e che il metodo sul “COME” risolvere le questioni, non si è neanche affrontato. Riteniamo doveroso sottolineare che la richiesta di discutere e risolvere alcune questioni prioritarie per il nostro comune, come ad esempio l’assetto del territorio, uno sviluppo economico a vocazione turistica oltre a altre macroquestioni mai affrontate, potesse essere il collante per una maggioranza sempre più in difficoltà. Si chiedeva il confronto, la discussione, mentre abbiamo appreso dal sindaco che il suo blackout informativo era voluto e che la mancanza di collegialità non era altro che una scelta per capire l’attaccamento alle problematiche da parte dei consiglieri comunali. Si gioca, mentre il paese è in evidente difficoltà con moltissime persone senza un lavoro o addirittura senza una casa alle quali si risponde con la psicoanalisi da strapazzo. Alla luce di ciò, crediamo che non si possa più continuare in questa direzione. Crediamo che il progetto di ricostruzione del Paese cominciato nella precedente consiliatura, al quale avevamo fortemente creduto, sia definitivamente naufragato. Crediamo, dunque, che questa esperienza amministrativa sia decisamente arrivata al capolinea”.