“Riunisce e accoglie“. Così la terza sezione del Consiglio di Stato ha chiuso la pratica relativa ad Alba Paciello, accogliendo i ricorsi della Prefettura di Caserta e del Ministero dell’Interno contro la sospensione dell’interdittiva antimafia emessa lo scorso anno.
L’interdittiva aveva dato il via, a catena, a una serie di revoche dei servizi affidati alle aziende collegate alla Alba Paciello, tra le quali la Ecocar. Provvedimenti impugnati in mezza Italia e per i quali, i tribunali amministrativi, avevano finora sempre dato ragione all’azienda.
La vicenda ha riguardato da vicino anche Anzio, dove la Ecocar in associazione con Gesam ha partecipato alla gara per l’appalto rifiuti, è arrivata prima ma non si è vista aggiudicare l’appalto proprio per l’interdittiva. Una storia che ha portato anche a tensioni tra l’assessore all’ambiente, Patrizio Placidi, e il dirigente all’ambiente Walter Dell’Accio. Nei giorni scorsi il Tar aveva dato ragione alla stessa Ecocar, con Placidi che era tornato alla “carica” affinché si aggiudicasse alla prima, mentre gli uffici avevano confermato la decisione di affidare alla Camassa fino a diversa disposizione della Prefettura.
Le tensioni sono confermate da una dura presa di posizione del sindaco.
Adesso la decisione del Consiglio di Stato – che riunisce quattro ricorsi contro le sospensive e le accoglie tutte – riapre la partita, confermando le interdittive. L’impressione è che la partita è tutt’altro che chiusa e che i tempi saranno ancora lunghi. Inevitabilmente la vicenda riguarderà da vicino, a questo punto, anche Anzio.
L’interdittiva aveva riguardato anche l’affidamento alla Ipi a Nettuno, con il Tar che aveva sospeso la revoca effettuata dal Comune. Si riapre anche questa vicenda.