Fusti chimici sequestrati: “A chi era stata affidata la custodia dell’area?” Il consigliere comunale d’opposizione, Carmen Porcelli, ha inoltrato al Procuratore De Gasperis la richiesta di accesso agli atti
“Solo conoscendo di chi sono le competenze e le responsabilità sulla bonifica i cittadini possono stare tranquilli. Questo è un territorio martoriato dai rifiuti. Adesso le bonifiche” . Per quali motivi, e secondo quali disposizioni, è stato sequestrato il terreno posto tra via Nettunense e via Monti Simbruini, a chi è stata conferita in custodia l’area sulla quale nel 2013 è intervenuta al culmine di un’indagine la Guardia di Finanza e quali provvedimenti sono stati assunti dal sindaco di Aprilia per tutelare la salute pubblica, compresa la programmazione della bonifica del sito: sono queste le richieste formalizzate questa mattina dal consigliere comunale di opposizione, Carmen Porcelli, la quale ha inoltrato a mezzo raccomandata al Procuratore di Latina Giuseppe De Gasperis una richiesta di accesso agli atti per ottenere tutta la documentazione relativa al sequestro del sito che nelle scorse settimane è stato teatro di un incendio di vaste proporzioni. «La superficialità con la quale è stata gestita l’intera vicenda – è il commento dell’esponente dell’opposizione – ha dato il via ad una serie di riflessioni sulle modalità con le quali si gestisce e controlla il territorio, in particolare un territorio dove esistono zone fortemente compromesse e, dove, sarebbero urgenti più che necessarie bonifiche ad altissima priorità. Credo che a questo punto il modo migliore per rassicurare la cittadinanza, di fronte ad atti che possono ripercuotersi pesantemente sulla salute umana e dell’ambiente circostante, sia quello di chiarire usando la massima trasparenza i contorni nei quali è maturata l’intera vicenda: dall’ottobre 2013, data nella quale è stato effettuato il sequestro dell’area, all’agosto del 2015 sono trascorsi circa due anni senza che nessuno dell’amministrazione comunale, sindaco ed assessore all’ambiente in primis, si preoccupassero di mettere in salvaguardia l’area e procedere alla bonifica del sito, dove tutt’oggi si trovano depositati fusti contenenti prodotti chimici».
«Il rogo, come ho avuto modo di dichiarare già all’indomani delle rassicurazioni fornite dal primo cittadino – ha aggiunto il consigliere Carmen Porcelli – solo per un caso fortuito non ha intaccato i fusti, mentre ha invece sì investito amianto, gomme e plastiche, materiali anch’essi abbandonati nel terreno. Questo chiaramente non è sufficiente a farci uscire definitivamente dal pericolo, anzi. Proprio per questo, se davvero si vogliono garantire i cittadini e l’ambiente da rischi e danni derivanti dalle discariche abusive disseminate in lungo e in largo sul territorio, nonché sui siti inquinati, per evitare che amnesie come queste possano ripetersi in futuro è utile innanzitutto chiarire le responsabilità, relativamente alla custodia e alla bonifica del sito di cui neanche il sindaco sembrava esserne a conoscenza».
«Una inadempienza gravissima, la quale si è tentato di mascherarla con quel velo di ipocrisia al quale siamo fin troppo abituati: è tutto sotto controllo, stiamo verificando. Adesso che è tutto chiaro, invece – conclude il consigliere comunale d’opposizione – si attendono atti concreti. E partire dalle responsabilità e dalle competenze mi sembra il giusto inizio, un atto dovuto. Soprattutto per quello che tutti noi abbiamo rischiato con quell’incendio. Il nostro, purtroppo, è un territorio martoriato dai rifiuti e dall’inquinamento: è adesso il momento di procedere seriamente con le bonifiche ed una seria gestione del territorio»